La Provincia di Brescia cerca sede ma deve risparmiare

Nel bilancio del Broletto ci sono conti da far quadrare e il caso multe: oltre la metà non vengono pagate
Gli uffici del settore strade in piazza Tebaldo Brusato - Foto © www.giornaledibrescia.it
Gli uffici del settore strade in piazza Tebaldo Brusato - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Parte il risiko delle sedi della Provincia con l’obiettivo di razionalizzare gli spazi e risparmare su bollette e affitti. Una necessità per far quadrare i conti del Broletto, già zavorrati dalla vicenda «derivati» (lo strumento finanziario sottoscritto nel 2006 costa circa 6 milioni di euro l’anno) e dai trasferimenti dovuti allo Stato dopo la riforma Delrio (47 milioni l’anno, un terzo del bilancio provinciale). Senza scordare il caso multe, per oltre la metà non pagate.

Il punto sulle risorse

In consiglio. La consigliera delegata Diletta Scaglia
In consiglio. La consigliera delegata Diletta Scaglia

Un quadro complesso tratteggiato da Diletta Scaglia durante il punto di fine mandato. Alla consigliera il presidente Samuele Alghisi ha affidato le deleghe a bilancio, patrimonio e personale. «Sono stati due anni particolari - spiega Scaglia - caratterizzati dal Covid». Con la riforma Delrio i conti della Provincia erano già stati messi in difficoltà: stesse competenze, meno risorse. L’impatto della pandemia ha tagliato di circa 13 milioni di euro le entrate tributarie (le tasse di competenza del Broletto), a partire dall’Ipt e dall’imposta Rc auto. Nel 2021 le entrate correnti sono tornate a crescere (da 87,6 a 92,8 milioni), «segno della ripresa». Per fronteggiare l’emergenza, dallo Stato sono arrivati 35 milioni lo scorso anno e 7 quest’anno. «Soldi per far fronte alle minori entrate e alle maggiori spese, per esempio per le scuole» spiega Scaglia.

Il problema delle multe 

Resta la nota dolente delle multe, generate dagli autovelox sulle strade provinciali. Negli ultimi 3 anni sono state emesse sanzioni per quasi 118 milioni di euro. Ma la cifra riscossa si ferma a 47,2 milioni. «Un problema comune a molte province - spiega Scaglia -. Purtroppo abbiamo le armi spuntate, nonostante i richiami della Corte dei conti». Le multe non pagate finiscono a «ruolo»: la Provincia si è affidata all’Agenzia dell’Entrate per recuperare i mancati pagamenti. «È l’esattore che può incrociare tutte le banche dati». Nell’ultimo triennio si sono recuperati 11 milioni. Non molto, anche per via del blocco delle cartelle esattoriali. Da luglio la competenza dei «ruoli» è passata dalla Polizia provinciale alla Ragioneria, accorciando i tempi. Nei prossimi anni si punta a incrementare le cifre. Si vedrà.

Il risiko delle sedi

Intanto il riordino delle sedi è pronto a partire. Con la riforma Delrio i dipendenti si sono quasi dimezzati. «Abbiamo spazi vuoti e doppie utenze da pagare» spiega Scaglia. Così si è messo a punto un piano di riorganizzazione. Gli uffici del settore strade di piazza Tebaldo Brusato sono stati rimessi in vendita (valore 4,4 milioni; offerte entro il 20 dicembre): si tratta della sesta asta, la prima però dopo la variante al Pgt che consentirà di realizzare alloggi in quegli spazi. In vendita anche villa Paradiso (base d’asta 1,69 milioni). «C’è l’interesse dell’Università degli Studi di Brescia» annuncia Scaglia. Il settore strade sarà trasferito a villa Barboglio in viale Bornata (dopo il suo recupero) mentre a Palazzo Bargnani, in centro, oltre ai nuovi corsi del Conservatorio, dovrebbero trovare spazio l’Ufficio biblioteche e i servizi per l’impiego. Questi ultimi lasceranno la sede di via Cefalonia (affitto annuo di 108mila euro l’anno). Alla Mandolossa sarà invece realizzato il nuovo magazzino-archivio, sede anche della Protezione Civile. Questo consentirà di lasciare i magazzini di via Dalmazia e a Folzano (affitto di 296mila euro). Si è anche rinegoziato il canone dell’Ufficio scolastico provinciale, a Mompiano, che dallo scorso maggio ospita anche gli uffici dell’Ato: è stato ridotto del 50%, passando da 183mila a 90mila euro l’anno. Servirà ancora un po’ di tempo, ma in pratica gli affitti passivi sono destinati a passare da 586.810 euro l’anno a 90mila, «abbattuti di oltre l’85%», rileva Scaglia.

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