La protezione dei Santi Patroni arriva col Capèl
Le fiaccole accese, il sottofondo musicale della banda Capitanio e un lungo e ordinato corteo hanno reso la cerimonia del «Capèl» un momento molto suggestivo. Cittadini e autorità si sono stretti ieri intorno al simbolo della protezione dei Santi Patroni, il «galero rosso», che dalla basilica di S. Faustino è giunto a palazzo Loggia. La proposta, dopo più di mezzo secolo, della cerimonia «Ab omni malo», nella quale veniva consegnato ai reggenti della città il copricapo cardinalizio, emblema della concessa protezione dei Santi Martiri, è stata sobria e coinvolgente.
La lunga tradizione (riportata in auge lo scorso anno per volontà della Confraternita dei Santi Faustino e Giovita) si è ripresentata nelle strade del centro storico in un pomeriggio ostaggio, purtroppo, del freddo e del maltempo.
Deposto su un cuscino damascato, il galero rosso è passato nelle mani del primo cittadino sotto il porticato della Loggia, davanti ad autorità civili e militari.
«Un ringraziamento a tutta la città e a don Nolli che ha voluto compiere questo atto profondo e concreto», ha esordito il sindaco Paroli. Non una rievocazione storico-folclorista, dunque, ma autentico momento di partecipazione. «In questo gesto c'è tutta l'umiltà e la consapevolezza - ha continuato il primo cittadino - di aver bisogno della guida divina perché questa è la condizione degli uomini». La richiesta di protezione patronale, presentata domenica scorsa durante la celebrazione eucaristica in San Faustino, è stata accolta. «Riprendiamo la cerimonia che quest'anno assume il significato di liberazione della concordia dai suoi nemici - ha spiegato don Armando Nolli -, la città sia, dunque, sempre più casa di tutti, cittadini e amministratori, sollecitati a condividere, a creare comunione reciproca, a rinnovare la richiesta di protezione sulla città e sulla terra bresciana».
Affiancato al galero (riposto al termine del rito nella casa municipale dove rimarrà sino a fine febbraio), ha raggiunto la meta anche l'emblema del «Gallo di Ramperto», segnavento di rame fatto installare sul campanile di S. Faustino, dove rimase per dieci secoli, dal vescovo Ramperto nell'820 (oggi arricchisce il patrimonio di Santa Giulia).
«Per i benedettini il gallo era l'avvio del lavoro quotidiano - ha ricordato don Nolli - per la città è il risveglio della capacità di dare un senso al nostro convivere».
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