La prima volta di Salvini a Brescia da ministro: «Basta buonismi»

Salvini per la prima volta a Brescia da ministro: «Basta buonismi». E sulla Medtronic: «Hai preso soldi? Adesso resti»
  • Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
    Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
  • Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
    Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
  • Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
    Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
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    Il ministro Matteo Salvini in piazza Mercato a Brescia
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Da Malta alle moschee chiuse in Austria. Dalla Medtronic alle forze dell'ordine bresciane. Matteo Salvini questa sera a Brescia per la prima volta dalla sua nomina a ministro dell'Interno, sul palco di piazza Mercato dove è intervenuto in chiusura della campagna elettorale della candidata sindaco Paola Vilardi, non sveste la giacca del titolare del Viminale e interviene su diversi temi di stretta attualità.

«Sono convinto di poter tornare a Brescia nelle prossime settimane non per spot, ma per portare novità alle forze dell'ordine bresciane» ha detto tra le altre cose. Ma non ha trascurato la vicenda choc della annunciata chiusura degli stabilimenti bresciani della Medtronic-Invatec: «Come Governo ci stiamo muovendo perché mi sono rotto le scatole delle multinazionali che prendono denaro pubblico in Italia e poi licenziano la gente. Hai preso i soldi? Stai qua» ha detto Salvini, che è stato invitato al tavolo della trattativa dai lavoratori della stessa azienda destinata a chiudere nel Bresciano entro il 2020.

«Non me la prendo con il popolo tunisino - ha anche aggiunto collegandosi alla polemica di giornata con il governo maltese, ma se i tunisini sono gli stranieri che arrivano di più nel nostro Paese io mi impegnerò a garantire agli amici tunisini che li aiuteremo a casa loro». Salvini ha poi spiegato: «Ho chiesto al governo maltese quanti immigrati sono arrivati da loro. Sto aspettando una risposta».

Da ultimo un riferimento alla decisione del governo di Vienna di chiudere sette moschee espellendo anche degli imam: «Mi sono detto: han fatto la cosa giusta. Nei prossimi giorni avrò contatti con vari ministri dell'Interno di vari Paesi. Ci confronteremo sulle linee di azione». E tornando anche sul fronte dei profughi a Brescia ha ribadito: «Abbiamo ereditato anni di buonismo e suicidio, con l'ultimo arrivato che aveva tutti i diritti e gli italiani no. Adesso cambiamo. Nessuna discriminazione nel ventunesimo secolo: ma i rifugiati veri stanno qui e Brescia sia la loro casa, i rifugiati falsi si devono preparare a fare le valigie».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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