La passione per il disegno di Pietro, il piccolo artista di San Polo

All'oratorio del quartiere ha realizzato un murales, su un muro lungo quaranta metri, che rappresentano l'evoluzione del mondo
  • Il murales del piccolo Pietro a San Polo
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Sulla precisione non si discute, è rigoroso (ed esigente) con gli altri perché lo è prima di tutto con se stesso. Le cose si fanno bene, punto. Soprattutto quando si disegna, la sua più grande passione. E allora se si devono colorare i suoi progetti è tassativo non si esce dai bordi, guai a vedere dei contorni sbavati. Perché il giovanissimo Pietro è un artista vero, e alle sue opere appunto ci tiene eccome, figuriamoci se devono essere viste (e ammirate) da chissà quante centinaia di persone come nel caso della sua maestosa storia del mondo che trionfa attorno al campo da calcio dell’oratorio di San Polo.

L’idea

Quanto ami la precisione lo hanno scoperto i bambini e ragazzi del grest che lo hanno aiutato a completare la sua splendida opera. «Non pensavo fosse così cocciuto e sensibile su questo aspetto - ci racconta il parroco don Marco Mori -, è il ragazzo più artista che ho in oratorio». Ed è proprio per questo che il sacerdote gli lancia l’idea: «Dobbiamo fare un murales per il grest, tutti gli oratori lo fanno, ma il nostro deve essere il più bello, il più grande».

Perché il secondo protagonista di questa storia è proprio don Marco, un prete ancora capace di appassionare i ragazzi (e non solo loro), di fare loro proposte che li divertono certo, ma che li fanno sentire anche parte di una comunità dove, tra una risata e l’altra, si trova l’occasione per riflettere. Non è certo poca cosa, anzi: è tantissimo, soprattutto di questi tempi. Pietro raccoglie la sfida con entusiasmo, don Marco non ha ancora finito di parlare che il bambino ha già iniziato a realizzare le bozze del suo progetto.

Passione

Pietro ha 12 anni, ne compirà 13 a dicembre. Pietro si annoia facilmente, il disegno lo rilassa e lo fa star bene. È la sua via di fuga quando vuole evadere da una realtà che non gli piace. Pietro è un bambino autistico ad alto funzionamento, e quindi leggerissimamente meno di noi su alcuni fronti, ma infinitamente più di noi su altri.

Chi è Pietro ce lo racconta orgogliosa mamma Anna: «Ha delle doti molto spiccate, come appunto, il disegno, mentre ha qualche difficoltà sul fronte della scrittura e della lettura, diciamo che si esprime al meglio attraverso l’arte. Si relaziona molto bene con tutti, se ha momenti di stress si autocontrolla proprio disegnando». La famiglia Spada si completa con papà Simone e la sorella Sara. Pietro non ama da sempre disegnare e colorare, anzi, «fino a sei anni non ha mai preso in mano una matita - prosegue la mamma -, tanto che non sapevamo se fosse destro o mancino. Poi la scoperta e non si è più fermato». Una dote che va valorizzata al meglio, terminate le scuole medie Pietro frequenterà un istituto tecnico grafico.

Dettagli

Le capacità non gli mancano certo, all’oratorio di San Polo ha avuto a disposizione un muro lungo quaranta metri e alto due sul quale sono comparsi animali, natura, paesaggi, non potevano mancare i dinosauri e i robot del futuro. «Ha realizzato i disegni con una leggerezza impressionante e una precisione da compasso, quasi tutto a mano libera - racconta don Mori -, poi si è accorto che ha realizzato una marea di figure, e colorarle tutte era troppo faticoso». Ecco allora che scendono in campo gli altri bambini e ragazzi del grest, ma Pietro, conclude don Mori con la sua straordinaria capacità di rendere poetica la vita, «diventa matto se i bordi non sono a posto e se qualcuno esce con il colore. Eccolo allora ripassare a uno a uno con il pennarello nero i bordi dei suoi animali che così hanno lo spazio giusto per vivere, perché c’è un bordo che si prende cura alla perfezione di ognuno di loro». Perché come ha scritto Pietro, sopra la sua firma al murales, «tutto il mondo è diverso, ma possiamo vivere insieme».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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