La pandemia ha ridotto i rifiuti indifferenziati: i dati
«Chissà quanta spazzatura in più con mascherine e guanti». E ancora «Con tutti i dispositivi monouso che utilizzano parrucchieri, barbieri e centri estetici sarà aumentata la raccolta dell’indifferenziato». Per non parlare delle monoporzioni ai bar. Alzi la mano chi non ha pensato ad uno di questi aspetti da quando è iniziata l’emergenza coronavirus.
Ebbene non è così, almeno nel Comune di Brescia, almeno stando ai dati forniti da Loggia ed A2A. Per avere la sicurezza bisognerebbe guardare anche la quantità dei rifiuti indifferenziati che arrivano al Termoutilizzatore, ma per ora sono dati non disponibili.
Quindi stando a ciò che abbiamo emerge come a gennaio 2020, prima della scoperta della pandemia in Italia, quando la vita scorreva come sempre, i rifiuti indifferenziati hanno subito, in città, una flessione del 3,05%, mentre a febbraio (altro mese pressochè di normalità) si è registrato un -0,46%.
Il lockdown ha ridotto significativamente non solo l’inquinamento dell’aria, ma anche la produzione di rifiuti indifferenziati: ecco che la chiusura delle attività e, forse, la maggior disponibilità di tempo, hanno portato a marzo e aprile, confrontando il dato con il 2019, ad una riduzione del -11,69% e del 17,26%.
E maggio? Per chi si aspettava un’impennata contestualmente alla Fase 2 con la riapertura di bar, parrucchieri e attività che devono utilizzare soprattutto presidi monouso per limitare il diffondersi del contagio deve ricredersi perchè sì c’è un aumento nella produzione, ma la riduzione, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, è del 13,57%.
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