La nuova casa degli alpini sarà pronta per l’autunno
Non solo una casa per gli alpini: nelle sue linee scorre l’essenza di ciò che è e cioè il simbolo di una storia fatta di impegno, generosità ed altruismo e un approdo per chi non ha uno spazio proprio. Nella sua posizione è sguardo che abbraccia la valle, ma anche sentinella individuabile da lontano. Un riferimento insomma, come lo è il corpo che ne sta guidando la sua erezione. È cominciata nei giorni scorsi la seconda fase dei lavori per la costruzione della sede del gruppo Alpini di Botticino Mattina, realtà che il 2 ottobre prossimo, con i suoi 118 tesserati e i 101 simpatizzanti, festeggerà 95 anni di fondazione.
Il progetto
E lo farà proprio in quella casa che negli anni non ha mai avuto e che ha cominciato ad contretizzarsi 10 anni fa, in via Calango. «La realizzazione - ricorda Cristian Casali, vice capo gruppo delle penne nere di Mattina - è stata in tre fasi. La prima nel 2012, con l’edificazione del piano terra che ha sin qui ospitato la sala riunioni che diverrà taverna-magazzino come previsto nella seconda fase dato che la sede vera e propria sarà al primo piano, in costruzione ora con la copertura. Una terza fase, finanziata per 80mila euro con bando Regionale elargito dal comune, si concentrerà invece sulle finiture e sul Parco delle Rimembranze attorno alla casa, dove metteremo anche un percorso vita sempre fruibile da tutti».
Non solo un luogo, ma qualcosa di vivo
Molto degli alpini, come si diceva, c'è nella forma della struttura: «ricorda una tenda, per richiamare la nostra anima, perché tutte le penne nere prima o poi ci passano, e poi perché vogliamo che non sia una cattedrale nel deserto, ma un approdo per le realtà associative del territorio che una sede non ce l'hanno. Siamo noi a costruirla, ma non è nostra, e una volta che noi non ci saremo più tornerà al comune perché continui ad essere di tutta la cittadinanza». Realizzata in legno e materiali ecocompatibili e completata con pietra di Botticino, dovrebbe essere pronta proprio per il 95esimo: «Abbiamo scelto di procedere per gradi perché ci autofinanziamo e non volevamo sottrare risorse alle opere di sostegno che da sempre rivolgiamo ad altri. Riceviamo poi grande aiuto dai nostri soci, alcuni dei quali ci stanno mettendo anima e corpo, e c'è partecipazione anche dei cittadini. Ci teniamo che questo non sia solo un luogo, ma qualcosa di vivo».
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