La Multisala Oz ha aperto 25 anni fa e da allora è cambiata moltissimo
Il biglietto nei festivi costava 14mila lire e l’inizio delle proiezioni era annunciato con l’altoparlante. Scordatevi l’audio Dolby Atmos e la proiezione 4k: era un’era tecnologica fa. Ma anche culturale. Eppure, quando fu inaugurata esattamente 25 anni fa, la Multisala Oz era già avanguardia pura. Quando entrò in funzione, l’11 dicembre 1998, era la multisala più grande d’Italia, con 10 schermi e 2.500 posti a sedere.
Qualcosa di straordinario per i bresciani, che all’epoca potevano fare affidamento solo sui cinema del centro o le sale parrocchiali. E la varietà di programmazione era quel che era.
Costruita su commissione della famiglia Quilleri con un cantiere lampo durato 9 mesi, la Multisala Oz aveva già un parcheggio enorme, con tanto di posteggi vicini all’ingresso riservati alle donne.
Chi ha vissuto quegli anni ricorderà bene l’adrenalina di fronte a tutta quella scelta di spettacoli: dieci sale, tutte nello stesso posto, con quella frequenza di orari che assomigliava a un tabellone orario da stazione, aperta 365 giorni all’anno, dal primo pomeriggio a ben oltre mezzanotte. Per la giornata inaugurale la Oz partì subito con il botto.
La giornata inaugurale
Ingresso gratis e 37 pellicole in programmazione dalle 15 fino a sera, il primo giorno attirò migliaia di spettatori, tutti diligentemente in coda per prendere parte alla novità. Sugli schermi tanti film che hanno fatto la storia del cinema, più o meno recenti: «Il mondo perduto», «La sirenetta», «Fuochi d’artificio», «Indipendence day», «La maschera di ferro», «Ovosodo». E poi «Full Monty», «Sette anni in Tibet», «Arancia meccanica», «Blade Runner», «Armageddon», «Pink Floyd - The Wall». Riuscite a immaginare una giornata di quel calibro per gli amanti del grande schermo?
Come funzionava
Tra i punti di forza di quello che a ragione fin da subito si è chiamato anche «Il regno del cinema», c’erano i sistemi audio stereo, il bar gelateria e il bancone dedicato ai pop corn nei bicchieroni di plastica e alle bibite. I posti erano numerati e si potevano riservare telefonando al centralino (incredibile ma vero) oppure «a mezzo Internet» (così scriveva il Giornale di Brescia nelle pagine degli Spettacoli che annunciavano la novità). I prezzi non erano particolarmente a buon mercato per quei tempi e la scelta non fu casuale. L’ingresso costava 14mila lire nei festivi, 12mila nei feriali e 10mila il mercoledì (con cinemacard a 55mila lire per 5 ingressi in sei mesi). «Non ho sbilanciato i prezzi di Oz - spiegava il fondatore David Quilleri - per non svuotare il centro. Io confido invece che con la doppia offerta, più gente si accosti al cinema».
In questi 25 anni non è andata esattamente come previsto, tra l’apertura e la chiusura della multisala Wiz al centro commerciale Freccia Rossa, passando per la scomparsa di diverse sale cinematografiche del centro e la nuovissima avventura del Moretto, che presto diventerà una piccola multisala cittadina nuova di zecca.
Eppure, reinventandosi e investendo, i maghi di Oz della famiglia Quilleri restano uno dei punti di riferimento del settore a Brescia.
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