La mise sul lastrico: sei anni e 8 mesi all’impostore seriale

Un 45enne milanese fece carte false per convincere una donna svedese a investire 500mila euro
Il Tribunale di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sei anni e 8 mesi. Un leggero sconto di pena rispetto a quanto ha chiesto per lui il pubblico ministero Erica Battaglia, ma nella sostanza un’altra pesante condanna per Alessandro Proto il truffatore seriale finito a processo a Brescia per aver falsificato la sentenza di un giudice milanese, ma anche per truffa, estorsione e autoriciclaggio.

Il 45enne milanese - un passato a millantare sue prodezze immobiliari, scalate societarie e carriere politiche - era nel dettaglio accusato di aver fatto cadere nella sua trappola una giovane donna svedese e di averla ridotta sul lastrico promettendole un investimento sicuro e particolarmente redditizio. Secondo quanto ricostruito dall’accusa non le esibiva percentuali esose, di quelle che avrebbero fatto vacillare la fede anche dei risparmiatori meno avveduti. Esose semmai le scuse con le quali di volta in volta chiedeva ed otteneva bonifici.

Proto, stando a quanto ricostruito dall’accusa dall’ottobre del 2017 a fine gennaio del 2019, otterrà 237 bonifici per un importo complessivo di 542.725 euro. Sterminato il repertorio di scuse utilizzate: dalla più banale («mi servono altri soldi per sbloccare il fondo nel quale abbiamo investito») alla più macabra («devo far rientrare la salma della madre della mia collaboratrice dall’estero»). Quando le scuse non bastano più - sostenne l’accusa - Proto passò alle minacce, anche di morte, trasformando la vita della donna in un vero e proprio inferno senza via d’uscita, almeno fino a ieri.

 

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