La Mille Miglia dei cronometristi: «Nel nostro sistema 280mila ore solari»

All’appuntamento arriviamo in riguardoso anticipo, farlo aspettare sarebbe il colmo. Lui, potevamo intuirlo, spacca il minuto. Piero Celli, 58 anni, è il direttore dei servizi di cronometraggio della Mille Miglia, con alle spalle trent’anni di specializzazione. Cremonese d’origine ma bresciano d’adozione, il numero uno di Asd Brixia Crono ci accoglie nel paddock a Brixia Expo, dove con una decina di tecnici gestisce il «centro classifica». Vale a dire, il quartier generale dove arrivano in diretta i dati che più contano: i tempi delle auto in gara. E sempre qui - dopo un meticoloso lavoro di controllo, calcolo di penalità e conversioni in punti - viene elaborata e aggiornata la classifica.
«Una responsabilità enorme, soprattutto per un appuntamento così prestigioso - ci spiega -. Tutti gli ingranaggi devono girare in modo impeccabile. Non sono ammessi errori». Lo ricordiamo: in una manifestazione automobilistica come la Mille Miglia, che è una gara di regolarità, tutto ruota attorno a prove cronometrate e di media, che quest’anno in totale sono 151, più 23 controlli orari.

«Con cinque tappe e più di duemila chilometri, stiamo vivendo un’edizione imponente, che comprende Ferrari tribute e Mille Miglia green». In tutto, parliamo di 280mila ore solari, che confluiscono nel sistema informatico centrale. Un cervellone gestito e realizzato internamente. Come conferma anche Davide Costa - cronometrista bresciano di 59 anni impegnato con il gruppo di ricognizione lungo il tracciato - il lavoro è triplo.
Da Macerata, dove sta settando una prova, ci spiega: «Si prende il tempo ufficiale, quello della ruota posteriore e uno ulteriore di backup». Il tutto, ovviamente, moltiplicato per ogni singolo equipaggio e per ciascuna prova. Cosa serve per fare un lavoro così, oltre all’estrema precisione? «Preparazione, prudenza e concentrazione. Arriviamo alla prova almeno due ore e mezza prima, controlliamo che gazebo e strumentazioni siano posizionati bene e coordiniamo i cronometristi del posto che collaborano».
«Stiamo preparando questa gara da due mesi - sottolinea Celli - e sono coinvolti 500 associati Ficr (Federazione italiana cronometristi) da tutto il Paese. Usiamo orologi scriventi con segnale gps e pressostati (sensori a pressione posizionati a terra): la tecnologia e la nostra preparazione ci consentono di misurare fino all’ultimo centesimo di secondo».
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