La metro compie 10 anni, manutenzione straordinaria da tredici milioni
Il 2 marzo la metropolitana di Brescia compirà 10 anni. E per l’occasione è in arrivo un check up completo di tutti i 18 convogli. I treni finiranno infatti in officina per una manutenzione straordinaria che costerà 13 milioni di euro. Resterà solo l’attuale telaio, mentre tutti le componenti tecniche dei veicoli dovranno essere revisionate e sostituite: le porte dei vagoni, i freni, i carrelli, le fisarmoniche di snodo tra le «casse» dei convogli, i cavi e gli impianti ma anche gli ascensori e le scale mobili delle stazioni.
Lo prevede il Piano di manutenzione realizzato dal costruttore (AnsaldoBreda) e autorizzato dall’Ustif, l’Ufficio trasporti a impianti fissi del Ministero, da inizio anno confluito nell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Il Piano, ha ricordato ieri l’assessore Federico Manzoni alle commissioni Mobilità e Bilancio, è un documento tecnico che prevede quali attività straordinarie vanno svolte ogni 5 e ogni 10 anni.
La concessione
Come sarà finanziato il check up dei treni del 2023? Qui si inserisce la nuova Concessione amministrativa, illustrata ieri in commissione, che definisce in maniera chiara i rapporti tra Loggia e Brescia Infrastrutture. La proprietà della metropolitana (viadotto, gallerie, stazioni, binari...) rimane del Comune di Brescia che «affida in concessione» l’opera fino al 2100 alla sua società. I treni sono invece di proprietà di Brescia Infrastrutture. Una volta definita la questione patrimoniale, la concessione regola tutto il pacchetto manutenzioni. Quella «ordinaria» è in capo a Brescia Mobilità, il «gestore» della metro (attraverso la sua società veicolo, Metro Brescia) che paga annualmente un canone d’affitto a Brescia Infrastrutture. Tutte le manutenzioni straordinarie sono invece affidate a Brescia Infrastrutture: quella «correttiva» vale circa un milione l’anno. Poi ci sono le manutenzioni speciali e le revisioni generali che vanno effettuate in maniera più soft ogni 5 anni (valore stimato 3,4 milioni di euro) e in modo impegnativo ogni 10 anni (13 milioni). Infine il revamping (1,7 milioni l’anno).
Investimenti
Le manutenzione 2023 sono di fatto già state avviate. Riguarderanno tutti i 18 convogli (saranno «rinnovati» uno a uno, così da avere sempre in linea 14 treni che servono per garantire l’esercizio anche nelle ore di punta). Le risorse saranno pagate dal Comune come contributo «conto impianti» per 10 milioni mentre gli altri 3 finiranno nel canone annuale. Questa mossa è figlia della «flessibilità» introdotta con la nuova concessione. Finora infatti gli investimenti realizzati da Brescia Infrastrutture rientravano in maniera automatica nel canone di affitto pagato dal Comune (tramite Brescia Mobilità); avevano quindi una ricaduta contabile nella parte corrente del bilancio di palazzo Loggia, ovvero la spesa per servizi, stipendi e gestione quotidiana.
Ora invece di volta in volta si valuterà quali investimenti possono entrare nel «conto impianti», cosa che comporta non pochi vantaggi, a partire da un risparmio del 10% sull’Iva e da un proporzionale alleggerimento del canone annuale. La Loggia ha stimato che con questa modalità vi possa essere un risparmio di almeno 200mila euro nel bilancio corrente comunale. Naturalmente non tutto può rientrare nel «conto impianti»: alcune attività non sono capitalizzabili e per quelle ammissibili servono i soldi in cassa per finanziare gli investimenti.
Brescia Infrastrutture
Soddisfatto della nuova convenzione il presidente Marcello Peli: «Avere un assetto patrimonale stabile è fondamentale», sia per gestire il debito contratto per realizzare il metrò, sia per affrontare gli investimenti futuri. Nei prossimi 10 anni la metropolitana avrà bisogno di manutenzioni per 75 milioni di euro. E nel prossimo triennio Brescia Infrastrutture ha in programma operazioni per 47,5 milioni: non solo manutenzioni, ma anche il nuovo parcheggio scambiatore a Prealpino (15 milioni) o le barriere antirumore a Sanpolino (2,5 milioni). Prevista anche la copertura di deposito e centrale di controllo della metro a Buffalora con impianti fotovoltaici, un’operazione da 4 milioni di euro per alleggerire la bolletta elettrica dell’infrastruttura cittadina.
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