La merceria Rovetta chiude i battenti dopo 241 anni di storia

Addio alla più antica attività di Brescia. L’insegna del Moro è stata la mecca per generazioni di sarte e magliaie
La storica merceria Rovetta in corsetto Sant'Agata © www.giornaledibrescia.it
La storica merceria Rovetta in corsetto Sant'Agata © www.giornaledibrescia.it
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Storica non solo per la posizione, dietro la Loggia, ma soprattutto per la longevità. Fondata nel 1780, data che la pone sul podio delle attività commerciali più antiche della Lombardia, la merceria «Filippo Rovetta fu Giobatta» chiude il 31 dicembre il suo lungo ed esemplare cammino, non senza sofferenza da parte dei titolari, al termine di una gloriosa epopea di gestione.

La bottega, fondata da Giobatta e passata nelle mani di ben otto generazioni della stessa famiglia, fu rilevata nel 1952 dai fratelli Simoni che vi lavoravano come dipendenti dal 1923. Oggi titolare è Pierangelo Simoni, già vice presidente di Confesercenti e presidente Fism per oltre trent’anni, che l’ha affidata in questi anni alla moglie Graziella e alla figlia Maura, forti dell’esperienza di «Rovetta La Lingerie», aperto da qualche anno sempre in corsetto Sant’Agata.

«La cessazione - spiega Pierangelo Simoni - non è stata decisa a cuor leggero. Abbiamo attraversato difficoltà e cambi della moda, regalando alla nostra città il tratto distintivo di un’imprenditoria coraggiosa e capace. Una specie in via d’estinzione che si è rifiutata di omologarsi alla logica di catene e franchising».

La chiusura dipende dalla necessità di ristrutturare il palazzo, di proprietà della famiglia Simoni. Un tempo antico convento nel quale trovavano stanza e ristoro i pellegrini di passaggio per la città, conserva ancora per poco il suo bancone usurato e tutti i cassetti a parete dove si trovano tessuti, bottoni, fettucce e rocchetti dai mille colori. Un piccolo regno per sarte, magliaie e appassionati di cucito che qui trovavano l’introvabile.

C’era un detto: se cerchi qualcosa di raro affidati al Moro, riferendosi alla testa in rilievo che troneggia sulla facciata sorvegliata da due leoni. «Siamo certi che il giorno in cui abbasseremo definitivamente le saracinesche - confessano i proprietari - verremo colti da profonda malinconia e rivedremo, come in un film del passato, tutti i nostri familiari che ogni giorno animavano il negozio e tutti i clienti che in questi lunghi anni ci hanno onorato con la loro presenza assidua».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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