«La mafia a Brescia agisce non con la violenza ma con gli F24»

In Prefettura il convegno sulla criminalità organizzata: «Servono persone capaci di fare scrupolose indagini patrimoniali» dice Savio
BRESCIA E LA MAFIA
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La criminalità mafiosa al Nord ed in particolare a Brescia non ha bisogno di lupare. Non ha più bisogno di essere violenta. Le bastano gli F24. I summit si tengono al tavolo del commercialista o del notaio.

Questo il volto del fenomeno mafioso «delocalizzato» delineato dal magistrato Paolo Savio al seminario ospitato in Prefettura. Il dott. Savio ha precisato: «a Catania si pretende il pizzo, qui si acquista il bilancio di esercizio di un’azienda».

Brescia «è una realtà sexy per le organizzazioni criminali mafiose». Che fare? I risvolti predatori del fenomeno «sono in recessione»; quello fiscale «è conosciuto».

  • Il convegno sulle mafie in Prefettura
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Ma restano frontiere tutte da esplorare: la filiera dei rifiuti oltre ai settori food, grande distribuzione e turistico-alberghiero, insomma, settori d’investimento. Di riciclaggio. Con la necessità di affinare la gestione dei collaboratori di giustizia: «non esponenti dei gruppi di fuoco, ma commercialisti pentiti».

«Di cosa abbiamo bisogno? - si chiede il magistrato che si risponde guardando i vertici delle forze investigative - Abbiamo bisogno di uomini capaci di fare scrupolose indagini patrimoniali per trovare riscontri. E sappiamo bene tutti che le indagini patrimoniali e finanziarie richiedono risorse e soprattutto tempo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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