La Maddalena rimane sorvegliata speciale dopo l'incendio
Il monte Maddalena rimane osservato speciale. Dopo quasi due giorni di intenso lavoro di Vigili del fuoco e volontari di Protezione civile, necessari per domare l’incendio che ha distrutto circa sette ettari della montagna di casa, l’allerta rimane alta.
Le condizioni di siccità che da giorni interessano il Nord Italia, unite allo stato di abbandono del sottobosco della Maddalena, rendono necessario un monitoraggio costante delle pendici. Proprio ieri pomeriggio Regione Lombardia ha diffuso un nuovo bollettino di allerta arancione, rischio incendi boschivi, che questa volta interessa l’intera provincia di Brescia (il bollettino di lunedì citava solo Bassa bresciana e Garda).
La Protezione civile regionale ha annunciato da oggi un rinforzo del vento a carattere di foehn che, unito alle condizioni di siccità, può generare incendi con intensità di fuoco elevata e propagazione veloce. Tutti elementi che preoccupano Regione, Provincia e Comunità montane che hanno funzioni in materia forestale, di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. E quanto accaduto lunedì in Maddalena spiega bene i rischi che si corrono.
Come si è sviluppato il rogo
Il primo fumo avvistato intorno alle 15.15 sembrava infatti «di ripulitura», termine che in gergo identifica un fuoco controllato, appiccato per bruciare sterpaglie, ma non rischioso. Dalla Provincia, viste le condizioni climatiche, è comunque partita la segnalazione al gruppo di Protezione civile Val Carobbio di Sant’Eufemia che ha inviato alcuni volontari per un sopralluogo, ma già prima che arrivassero sul posto la situazione era radicalmente cambiata. Le fiamme hanno iniziato a diffondersi aiutate dalle folate di vento che a ritmo cadenzato alimentavano il fuoco.
L’allerta è stata immediata, anche grazie alle molte telefonate arrivate alla centrale operative dei Vigili del fuoco. In mezz’ora i pompieri stavano già operando e in supporto è arrivato un elicottero e diverse squadre Aib della Protezione civile.
Le indagini
Tutto questo ha scongiurato il peggio, soprattutto per i residenti, ma non per assicurare la conclusione delle operazioni, annunciate solo alle 20 di martedì quando Maria Ferrari, il Dos (direttore operazione spegnimento) della Provincia ha potuto dichiarare conclusi gli interventi. Dal momento dell’allerta erano trascorse quasi trenta ore, durante le quali uomini e mezzi hanno operato incessantemente. Sulle cause dell’incendio stanno indagando ora i Carabinieri forestali e non si esclude il dolo. Se ci sono responsabilità di qualche piromane sarà la magistratura ad appurarlo. In Procura non è stato aperto nessun fasciolo. L’unica cosa certa è l’incuria del sottobosco della Maddalena per la cui salvaguardia, in emergenza, sono stati spesi 50mila euro.
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