La lunga transizione di Brescia Musei, azzerata per ripartire

Pubblicato il bando per trovare un nuovo consiglio direttivo alla Fondazione dopo gli scossoni delle ultime settimane
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Sarà il direttore Luigi Maria Di Corato a guidare la gestione ordinaria della Fondazione Brescia Musei in attesa che venga nominato il nuovo consiglio direttivo, dopo le dimissioni di Chiara RusconiGiorgio Grazioli, nominati meno di due anni fa dalla Loggia. Andandosene ieri hanno ridotto l'organismo a sole tre persone, (il presidente Massimo Minini, Marco Vitale e Roberto Cammarata, della Fondazione Asm) determinandone la decadenza secondo le norme statutarie. 

In precedenza se ne erano andati infatti Giovanni Trerotola, rappresentante della Fondazione Cab, e Bortolo Agliardi, proveniente dalla Camera di Commercio. Entrambi gli enti hanno fatto un passo indietro dopo l’approvazione del nuovo statuto, che prevede per Brescia Musei la gestione ventennale del patrimonio storico e artistico cittadino, da Santa Giulia al Castello. Se la prima ha però specificato, attraverso il presidente Alberto Folonari, di essere disponbile per future collaborazioni, la seconda potrebbe rientrare in gioco attraverso una sua controllata, Bresciatourism. 

Il consiglio di ieri ha anche approvato la nuova convenzione che regola i rapporti tra Loggia e Brescia Musei: proprio Grazioli, però, ha votato contro il documento, mentre Rusconi si è astenuta. 

Il nuovo corso della Fondazione è ora affidato al bando pubblicato dal Comune di Brescia per cercare i nuovi consiglieri. C’è tempo fino al 7 marzo per presentare le domande, con Massimo Minini che ha già annunciato l’intenzione di ricandidarsi dopo aver visto sfilare un pezzo alla volta i componenti del consiglio ormai decaduto.

Per il futuro la Loggia conta da tempo nell’ingresso di nuovi soci privati che mettano fondi per sostenere le attività di Brescia Musei (attualmente si regge solo sulle finanze della Loggia e in misura minoritaria su quelle della Fondazione Asm). All'orizzonte, però, non se ne vedono ancora.

Si chiude dunque un capitolo aperto il 28 maggio 2014 con l’insediamento di un direttivo che doveva accompagnare la rinascita della Fondazione dopo lo scandalo dei biglietti gonfiati per le mostre in Santa Giulia.

Un periodo in cui, come rivendica il vicesindaco Laura Castelletti, «i visitatori sono passati dai 93mila del 2013 ai 154mila del 2015».

La nuova figura del direttore, ruolo ricoperto fino al 2017 da Luigi Maria Di Corato, il nuovo statuto e la nuova convenzione sono tutti elementi da cui la Fondazione ripartirà dopo un azzeramento brusco e imprevisto, che ha trasformato i mesi passati in un nuovo e lungo periodo di transizione.

Brescia Musei dovrà anche nominare un comitato scientifico, mai insediatosi dal 2014, mentre alla Loggia è affidata la composizione della commissione che farà da collegamento tra Comune e Fondazione, vigilando sulle attività di quest'ultima . Di certo, nell’immediato futuro, c’è la mostra sui lavori di Christo, legata all’opera The Floating Piers, e un allestimento sul dadaismo, annunciato per ottobre. Altri capitoli di non poco conto sono il restauro della Pinacoteca Tosio Martinengo, la cui riapertura è fissata, dopo molti rinvii, nel 2017, e la programmazione del Castello.

Nel frattempo, la situazione all’interno della Fondazione sta portando le prime reazioni. Forza Italia si scaglia contro le recenti novità introdotte dalla Giunta Del Bono e chiede che del tema si torni a discutere in Consiglio Comunale per ripartire con «una nuova proposta largamente condivisa, credibile e soprattutto sostenibile». Il partito vuole inoltre approfondire i numeri delle mostre fatte nel museo di Santa Giulia, in particolare per quanto riguarda Chagall: in un’interrogazione si chiedono i dettagli sui biglietti staccati. La Loggia ha parlato di trentamila ingressi a fine mostra, dopo averne dichiarati novemila al 31 dicembre scorso.

Non è la prima volta che la Fondazione deve confrontarsi con il decadimento anticipato del consiglio: nel 2009 fu l'organismo presieduto da Agostino Mantovani ad andarsene dopo l’arrivo in Loggia di Adriano Paroli. Ne seguirono dieci mesi di commissariamento curati dalla dirigente del Comune di Brescia Patrizia Serena in cui venne dato inizio alla collaborazione con Artematica, la società di Andrea Brunello protagonista dei casi Inca e Matisse.

Stavolta, invece, il periodo di passaggio sarà più breve e la gestione dell'ente sarà nelle mani di Di Corato, il cui lavoro verrà successivamente controllato dai nuovi membri del consiglio. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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