La lunga carriera di Remo Ziglia tra paesaggi e disegni con la china

L’artista bresciano classe 1930 ha ricevuto in Carmine un premio alla carriera consegnato dal Museo nazionale della fotografia
L’artista Remo Ziglia compirà tra poco 93 anni - © www.giornaledibrescia.it
L’artista Remo Ziglia compirà tra poco 93 anni - © www.giornaledibrescia.it
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Uno sguardo incredibilmente personale, dove classe e grazia si fondono nelle due arti che lo hanno visto protagonista, la fotografia e la pittura. Nella prima, dove ha vinto numerosi riconoscimenti cittadini, predilige il paesaggio e ora si diletta nel macro. Nella seconda - sua prima grande passione - continua a realizzare splendidi disegni con china e penna, ispirandosi all’Art Nouveau. Sono questi i due mondi di Remo Ziglia, l’artista bresciano classe 1930 che ha ricevuto sabato15 luglio in Carmine un premio alla carriera consegnato dal Museo nazionale della fotografia.

Un riconoscimento ricco di emozione per Ziglia, che ha dedicato la statuetta a tutti gli amici che lo hanno accompagnato in questo incredibile viaggio di vita e arte. «Questo per me è un grandissimo privilegio - ha commentato commosso nel ricevere il premio - sono sempre stato felice di appartenere a questa associazione. Sono orgoglioso di questo riconoscimento, che conserverò con affetto nel ricordo di tutte le persone che mi hanno accompagnato».

Le mostre

La premiazione si è inserita in un pomeriggio impegnativo per l’associazione, che ha poi presentato il calendario delle mostre estive. La prima esposizione che spicca sulle pareti della sala è «Ribelli - 50 main street revisited», affascinante lavoro dell’artista bresciano Piero Ribelli, ormai residente a New York da vari anni. La mostra è stata inaugurata ufficiosamente sabato 15 luglio, ed è stata ufficialmente proposta al pubblico da giovedì 20 luglio, quando l’artista ha incontrato il pubblico per parlare dei suoi lavori. Una mostra la sua sul tema delle mille sfaccettature degli Stati Uniti: amati, odiati, smarriti negli ultimi anni, raccontati con un occhi critico e d’affetto dall’obbiettivo di Ribelli.

Altre quattro le mostre ospitate negli spazi del Carmine: «Cibachrome» di Luciana Mulas, che raccoglie spezzoni dell’italia degli anni ’70 tra colori, luci e geometrie vintage; «Mostra nel cassetto» di Eugenio Bresciani, le cui opere sono state donate al museo dal figlio dopo la scomparsa dell’artista, che ha spaziato tra generi e tecniche diverse. Gli altri due spazi sono affidati a Valentino Vitali, fotografo da qualche tempo alla pallacanestro Germani e la cui esposizione ruota attorno agli scatti più evocativi e ben riusciti dei giocatori biancoblù, e Gabriele Chiesa, che si è occupato di una mostra storica sui fotografi a Brescia nell’ottocento.

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