«La foto di Manuela è in tutti gli uffici italiani della Uil»

Il sindacato ricorda la 35enne uccisa da Pasini. Il segretario: «Lui è stato cancellato, lei vive in noi»
BAILO (UIL): "LEI VIVE IN NOI"
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Il suo ufficio è chiuso a chiave. Troppo presto per assegnarlo ad altri. Anzi, probabilmente resterà per sempre l’ufficio di Manuela Bailo. Alla Uil di via Vantini in città il sorriso della 35enne di Nave uccisa dal collega-amante Fabrizio Pasini è ovunque. Sugli schermi dei computer, sulle pareti lungo i corridoi e poi la fotografia è anche sulla scrivania che la giovane ha occupato fino a venerdì 27 luglio. Il giorno prima di essere uccisa.

«Sarà sempre con noi e non è una frase fatta» dice il segretario della Uil, Mario Bailo. «Il tuo sorriso ci accompagnerà sempre» è stato scritto sull’immagine incorniciata. A Brescia come nel resto del Paese. «Questa foto di Manuela ora è infatti presente in tutti i centri d’ascolto Uil in Italia» annuncia il sindacalista, omonimo e non parente della 35enne. «Manuela non era solo una dipendente, ma era parte della nostra famiglia Uil. Continuerà ad essere con noi attraverso le tante iniziative che stiamo organizzando».

Ad ottobre è già in programma un convegno «al quale invitiamo anche le altre sigle sindacali» dice Bailo, che svela poi un progetto sul quale sta lavorando invece con il Comune di Brescia. «Ho già parlato con il sindaco Del Bono e lo incontrerò a breve perchè crediamo sia doveroso che venga intitolata a Manuela una panchina rossa, colore simbolo contro la violenza sulla donna».

Nell’appartamento di via Vantini, sede della Uil, non lavorava però solo Manuela Bailo. Quattro porte più in là del suo ufficio c’è infatti quello di Fabrizio Pasini. «Abbiamo cancellato ogni riferimento a lui» spiega Bailo che ha fin da subito preso le distanze dall’uomo ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario. «È inimmaginabile che l’assassino di Manuela sia una persona che aveva sposato i principi fondanti della nostra organizzazione e per questo lui non ha più nulla a che fare con noi e confermo che ci costituiremo parte civile nel processo».

Bailo non pronuncia mai il nome di Pasini al quale però manda un messaggio. «Se è un uomo, se è una persona con anche solo un un minimo di sentimento per la vita umana ora deve raccontare la verità e smetterla di mentire. Anche per rispetto di una famiglia che non ha nemmeno più potuto vedere la propria figlia». Impossibile poi non ripensare alla giornata di lunedì 30 luglio quando Pasini, due giorni dopo aver ucciso Manuela e qualche ora prima di portare il cadavere nel Cremonese, si presenta in ufficio. «Mi viene la pelle d’oca e provo un dolore terribile. Ricordo tutto: ha offerto il caffè, ha detto a chiunque che si era rotto una costola e che non vedeva l’ora di andare in vacanza per staccare la spina. Si è comportato come una persona normale e nessuno ha sospettato che dietro la scomparsa di Manuela ci fosse lui. Ora - aggiunge il segretario della Uil - ripensando a quella mattina temo che fosse arrivato al lavoro con il cadavere di Manuela nel baule per poi portata nel Cremonese dove l’ha abbandonata».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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