La Fondazione Brescia Musei riparte dal Castello

La gara per l'esternalizzazione dei servizi è andata deserta. Tra i progetti c’è anche il ridisegno della sala est del Capitolium
BRESCIA MUSEI, NUOVI PROGETTI
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Cambia il Consiglio, rinnovato un mese fa, e ora guidato dalla presidente, Francesca Bazoli, e presto, con la partenza di Luigi Di Corato per Lugano, cambierà anche il direttore. 

Quel che rimane inalterato però è l'impegno della Fondazione Brescia Musei per una valorizzazione a tutto tondo dei beni che costituiscono il patrimonio della città e che hanno permesso a Brescia negli ultimi anni di rafforzare la propria vocazione culturale e artistica, attirando un numero crescente di visitatori. 

Lo ha assicurato il nuovo consiglio direttivo, presentando le linee guida, appena approvate, delle attività in programma per il 2019. Tra i primi obiettivi il rilancio del Castello, per cui verrà istituito un apposito tavolo di confronto con il Comune e la Soprintendenza.

Tra i grandi progetti c’è anche il ridisegno della sala est del Capitolium, che accoglierà la Vittoria alata restaurata al suo ritorno in città e la realizzazione del nuovo percorso espositivo dell'area archeologica romana del museo di Santa Giulia. In Pinacoteca si lavorerà invece all'allestimento degli spazi per le mostre temporanee e all'apertura del nuovo ristorante, affidandone la gestione tramite concorso. Nel frattempo entro fine anno è atteso l'arrivo del nuovo direttore, con cui si perfezionerà la programmazione. Per selezionare la figura adatta verrà pubblicato a breve un bando, il cui testo è stato approvato lunedì dal consiglio della Fondazione.

È invece definitivamente tramontata l'ipotesi di concedere tutti i servizi ad un unico operatore. La gara, nonostante la proroga concessa a eventuali operatori interessati, è andata deserta. «È stato un esperimento di cui, peraltro, non eravamo troppo innamorati - commenta la presidente Bazoli -. C’erano pro e contro e avevamo perciò posto vincoli molto forti, che contrastavano con l’ottica imprenditoriale dei soggetti interessati».

Da un lato il bando (valore 34 milioni) impediva al gestore di limitare i costi riducendo gli orari di apertura dei musei e il personale impiegato; dall’altro si assoggettava l’organizzazione di mostre temporanee al parere del nostro comitato scientifico. Con l’obiettivo di garantire la qualità, escludendo progetti ad alto impatto commerciale. E quindi? «Andremo avanti come si è sempre fatto - conclude Bazoli -. Piuttosto valuteremo se dare in concessione ambiti economicamente attrattivi, come il bookshop e la produzione editoriale».

 

 

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