La didattica a distanza «ferma» i banchi a rotelle

Un banco con le rotelle fermo in un seminterrato, circondato da scatoloni che contengono altri suoi simili. È l’immagine che ci arriva dall’istituto tecnico commerciale Lunardi, in via Riccobelli a Brescia, dove i banchi voluti dalla ministra Azzolina e dal commissario Arcuri sono sì arrivati, un paio di settimane fa, ma dove gli studenti non ci sono fisicamente. Tutti a casa, come previsto dall’ultima ordinanza di Regione Lombardia e dal Dpcm, con la didattica a distanza applicata al 100% (il Governo ha fissato un limite diverso, pari al 75%).
Durante il periodo prescritto per la dad quegli 840 banchi, arrivati a lezioni già avviate per via dei ritardi legati al bando e alla produzione, resteranno vuoti. Anzi, direttamente inscatolati, finché l’istituto non avrà deciso come sfruttarli. Sulla loro utilità c’è più di un dubbio: «Abbiamo già banchi monoposto che vanno benissimo, quando ho visto arrivare i camion con la fornitura sono rimasto perplesso», racconta un docente. L’ordine non è partito dall’attuale direttrice, Gemma Scolari, ma dal suo predecessore, rimasto in carica fino a settembre. «Sono funzionali se utilizzati con tablet e pc, ma se si lavora con i libri e i quaderni non vanno bene», spiega la dirigente, che ora sfrutterà i giorni in cui l’istituto è vuoto per stabilire come collocare i nuovi banchi, il cui ripiano d’appoggio è decisamente piccolo. Nei giorni scorsi sarebbe stato impossibile fare i vari traslochi, non solo per la presenza degli studenti, ma anche per la mancanza di personale Ata, un altro dei problemi che affligge il mondo scolastico italiano.
E dire che il Lunardi si era già attivato per fare il possibile contro il Covid: per i duemila studenti era già prevista la dad al 50%, con cinque ingressi separati e campanelle scaglionate ogni 3 minuti per evitare gli ingorghi in ingresso e in uscita. Finora non c’erano stati positivi, né tra gli alunni, né tra docenti e personale scolastico. Ora non resta che aspettare gli effetti delle misure di limitazione delle attività prese a livello nazionale e regionale.
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