La coppia d'oro lascia, l'edicola cerca nuovi gestori
Adriano inforca il motorino intorno alle sei e mezza e per un paio d’ore gira i quartieri sud della città perché i bresciani, appena svegli, possano sfogliare il giornale quasi fresco di stampa.
«Ogni giorno, mai mancato una volta, anche con la febbre» dice Adriano Tomasoni, professione edicolante al chiosco di via Repubblica Argentina, angolo via Cremona. È una delle rivendite storiche di Brescia, centrale in un quartiere popoloso, da trent’anni gestita dalla famiglia Tomasoni: Adriano e Luigia Dolores, che porta lo stesso cognome del marito. Fino ai primi anni Settanta si trovava in via Cremona, vicino al passaggio a livello della ferrovia. Allora, raccontano i coniugi Tomasoni, il proprietario era Magni, al secolo Fiorenzo Mandelli.
Un personaggio. Gli amici gli avevano affibbiato come scotöm il cognome del grande ciclista degli anni Quaranta e Cinquanta: con lui spartiva quel Fiorenzo, ma soprattutto la passione per la bicicletta. Entrambi ci campavano: uno vincendo gare, l’altro portando i giornali a domicilio.
Storie di altri tempi e di un’altra Brescia, cambiati profondamente. L’edicola è un buon posto di osservazione per valutare le novità. Il quartiere, raccontano marito e moglie, rispetto al passato è diventato multirazziale e la popolazione è invecchiata. A prendere da Magni il testimone dell’attività è stata Luigia Dolores nel 1985. La coppia è originaria della Presolana, nella Bergamasca. Adriano è arrivato a Brescia per lavorare alla OM, nel 1973 le nozze con Luigia e la casa a Roncadelle. Dopo la doppia maternità, lei vuole lavorare: «Con mia nipote Antonella Ponzoni nel 1985 rilevammo l’edicola». Sono i giorni della grande nevicata di gennaio: «Dovevamo restare a dormire in città» ride Dolores. Nel 1989 Antonella lascia e subentra Adriano: «Da allora siamo qui, inseparabili insieme tutti i giorni» sorride la donna, orgogliosi titolari della Tomasoni&Tomasoni snc.
«Dopo trent’anni siamo stanchi, ci pensioniamo» dicono Adriano e Luigia Dolores. Ma vogliono cedere licenza e chiosco ad un nuovo gestore. C’è un interesse economico, ma anche un legame affettivo. «Dopo tanti anni ci spiacerebbe che l’edicola scomparisse». Cercasi edicolante, perché la tradizione continui.
Enrico Mirani
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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