La Convenzione Onu raccontata dai ragazzi dello Sfa di Fobap
In via Pulusella 9, traversa di via San Faustino in centro a Brescia, i giorni speciali si prendono sul serio. Non come ricorrenze formali e sbiadite da segnare sul calendario, ma come date importanti di cui farsene qualcosa.
Oggi, lunedì 28 marzo, è il 64esimo anniversario della fondazione dell’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale (Anffas), che a Brescia ha come suo braccio operativo la Fobap onlus. Anffas ha deciso di festeggiare questo compleanno longevo promuovendo l’informazione sul tema della disabilità e sui disturbi del neurosviluppo con eventi ad hoc a Roma e online. Ma nella sede dello Sfa (Servizio formazione autonomia) di Fobap in via Pulusella 9 le ragazze e i ragazzi hanno trasformato la giornata a modo loro, cioè approfondendo la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità per raccontarla al resto dei cittadini con le loro parole.
E così il gruppo di ventenni impegnati nel percorso formativo per giovani con disabilità intellettiva – che a gennaio ha risposto per le rime al candidato di estrema destra francese Zemmour – ha ripercorso gli articoli della Convenzione del 2006 per individuare quelli più affini a loro. «Con il compleanno di Anffas e la Convenzione vogliamo ribadire l’impegno a lottare contro ogni forma di pregiudizio e discriminazione, perché è un impegno a favore di tutti» dice Virginia Cockrell.
Alla base di ogni riflessione, però, c’è una concezione della disabilità come «una condizione che riguarda il modo in cui una persona funziona nell’ambiente in cui vive, e non come una malattia” spiega Chiara Lama, 28enne del gruppo Sfa. «Noi crediamo che tutti debbano fare la loro parte nella comunità e nessuno deve essere discriminato – continua Chiara –. C’è stato bisogno di una convenzione apposta perché tutti vanno trattati con dignità e a tutti va garantita una vita libera» .
Ma in cosa si identificano i ragazzi e le ragazze dello Sfa? L’elenco lo snocciola Zherobel De Luna seduta al tavolo della sala vicino a via San Faustino, circondata dal resto del gruppo: «Gli articoli che sentiamo molto vicini a noi sono tre: il 19, quello della vita indipendente che ognuno ha diritto di avere, il 21, che spiega come l’accesso alle informazioni per tutti sia necessario per consentire a tutti di scegliere, e il 29, sulla vita politica».
All’educazione civica lo Sfa ha dedicato un progetto speciale, con lo studio di alcune parti della Costituzione e del Manifesto di Ventotene, da cui è nato un libro intitolato «Dall’isola che non c’è» che il gruppo ha inviato il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, al presidente della Repubblica Mattarella. Il quale ha risposto tramite il consigliere del suo segretario Simone Guerrini che «il presidente vi ringrazia e vi augura di continuare il vostro percorso di formazione con l’impegno e l’entusiasmo che vi animano oggi» .
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