La Colletta alimentare è pronta a riempire il piatto di chi non ha niente

Sabato 26 novembre, in 220 supermercati del Bresciano, i clienti potranno fare il loro dono
TORNA LA COLLETTA ALIMENTARE
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La macchina è già in moto, ma in realtà non si è mai fermata: conto alla rovescia per la «Giornata Nazionale della colletta alimentare» in programma il 26 novembre. L’altra sera, nella sede degli alpini di Borgosatollo, la riunione dei capi équipe, i responsabili di ogni gruppo che presterà servizio nei 220 supermercati bresciani, dalla Valcamonica alla Bassa, dall’Ovest al Garda. Un’iniziativa che riesce a raccogliere 2.200 volontari in un solo giorno.

La serata

L’incontro di martedì sera è stato più motivazionale che operativo, si è ricordato ai volontari doveri e, soprattutto, lo spirito con il quale approcciarsi: il vicario della Diocesi, mons. Gaetano Fontana, ha posto l’accento sull’esperienza che vivranno e cosa insegnerà loro. «Come vedrete la gente che vi porta viveri? Con occhio giudicante? - ha detto - Ricordatevi che il giudizio è solo di Dio. Voi raccoglierete alimenti per i poveri e loro sono espressione di Dio. Facendo questo, condividendo, sarete in comunione con Dio». «Sono commosso a vedervi qui dopo tre anni - ha aggiunto Nino Sciortino, vicepresidente del Banco Alimentare Lombardia -. Non diamo per scontato che cosa è la Colletta. È un gesto che cambia e un’occasione d’incontro».

Ad intervenire anche Ambrogio Rizzi che ha definito la Colletta alimentare «bella perché generatrice». Per il responsabile regionale Massimo Casiraghi sono due le parole legate all’iniziativa: «Condivisione e incontro: la colletta aiuta chi la fa, noi ci mettiamo la generosità e lo sguardo». I numeri. Come dicevamo la macchina è già in moto: sabato verranno consegnati i materiali necessari ai capi équipe per organizzare la loro squadra di volontari. Nel kit ci sono numeri utili e la lista delle 114 associazioni che prendono cibo dal Banco Alimentare.

Un lavoro che non è solo consegnare la borsa gialla, chiedere ai clienti dei supermercati di riempirla e poi mettere bottiglie, biscotti e pasta negli scatoloni, ma anche compilare moduli e consegnare quanto raccolto nel magazzino all’ortomercato. Lì c’è il cuore del Banco Alimentare. La colletta alimentare soddisfa solo il 12% delle necessità delle associazioni che si occupano di persone in difficoltà: il 38% poi arriva da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) e il restante dalla grande distribuzione (in Lombardia vale circa 21mila tonnellate di cibo) che dona cibi vicini alla scadenza (si parla di mesi), o invendibile perché ammaccato durante il trasporto e con etichette rovinate.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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