La causa Morgano-A2A irrompe sulla campagna

Saglia (Pdl): "Ormai è politicamente ineleggibile". Del Bono: "Il danno viene dalla giunta Paroli-Del Bono"
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La causa civile intentata da Luigi Morgano nei confronti di A2A irrompe nella campagna elettorale: Morgano è «politicamente ineleggibile» dichiara il coordinatore cittadino Pdl Stefano Saglia; l’ex vicesindaco è «eticamente incompatibile con la carica di amministratore comunale» rilancia il segretario provinciale leghista Fabio Rolfi; «il problema vero non è Morgano ma chi ha deciso allora revoche oggi giudicate illegittime» ribatte il candidato sindaco del centrosinistra Emilio Del Bono.

Della vicenda il nostro giornale si è occupato nell’edizione di ieri. L’ex vicesindaco di Corsini - oggi capolista della Civica che appoggia Del Bono - ha da circa due anni una causa aperta davanti al Tribunale di Brescia nella quale chiede di esser risarcito per la rimozione da vicepresidente del Consiglio di gestione, rimozione che il Comune di Brescia guidato da Adriano Paroli decise nel 2009 con due anni di anticipo sulla scadenza naturale dell’incarico.
La causa di Morgano vede molte analogie con quella per la quale in dicembre il Tribunale di Brescia ha condannato A2A a risarcire Renzo Capra per un milione di euro giudicando illegittima la sua revoca da presidente del Consiglio di sorveglianza, avvenuta sempre nel 2009. Per quella carica Capra riceveva il compenso di 700mila euro l’anno (500mila il suo successore Tarantini, 300mila l’attuale presidente Ranci) mentre per l’incarico di vicepresidente della Gestione Luigi Morgano riceveva 600mila euro l’anno (300mila l’attuale vicepresidente Cinquini, un compenso dimezzato così come avvenuto per il presidente della Gestione passato dal milione e 400mila di Zuccoli ai 700mila dell’attuale presidente Tarantini).


Sulla vicenda Stefano Saglia, coordinatore cittadino Pdl, ha dichiarato: «Faccio notare a Del Bono che il capolista della sua civica intenta una causa alla macchina amministrativa della quale vorrebbe nuovamente far parte come amministratore. Secondo il mio punto di vista, Morgano è politicamente ineleggibile». «Evidentemente - rilancia il leghista Fabio Rolfi - a Morgano non è bastato interpretare il ruolo di protagonista nella svendita di un patrimonio bresciano come Asm e neppure il lauto compenso come amministratore di A2A. Oggi la sua richiesta di risarcimento sarebbe un ulteriore danno per la città».

«Siamo al ribaltamento della realtà - replica secco Emilio Del Bono -: il problema vero non è chi oggi chiede i danni, ma chi quei danni li ha causati attraverso un meccanismo di revoca che il Tribunale ha già definito illegittimo. I problemi che noi avevamo denunciato allora vengono ora al pettine: in Consiglio comunale nel 2009 avevamo criticato quel modo di procedere, A2A è una società quotata in Borsa e nomine e revoche non possono rispondere al cambio di maggioranza politica».

Non solo: «Ci chiedevamo allora e chiediamo oggi - conclude Del Bono - dove fosse la delibera di Giunta che aveva deciso quelle revoche. Fabio Rolfi ha votato quella delibera? E se toccasse proprio a lui dar conto civilmente di un provvedimento oggi dichiarato illegittimo e dei danni che questo ha causato alla città?»

Massimo Lanzini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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