La Capitale della Cultura «raddoppia» Brescia: in centro 200mila presenze

Sabato 150mila persone e ieri altre decine di migliaia. Nei musei civici ottomila ingressi. Castelletti: «Un successo»
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IN MIGLIAIA IN PIAZZE E MUSEI
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«Ooohhhh», sussurra la folla quando le immagini del video dissolvono il buio, colorando gli edifici di piazza Vittoria. «Quàta zént», dice un signore in coda davanti a Santa Giulia, misurando la calca in via Musei. «Che bello, qui!», esclama la ragazza sul Capitolium mentre si fa un selfie.

Situazioni colte in questa prima domenica di Brescia Capitale, che raccontano lo stupore, la partecipazione, le emozioni: tre parole per definire lo straordinario fine settimana vissuto dalla città. Un pacifico e allegro assalto di folla, il sabato per gli spettacoli, la domenica per la visita a musei, palazzi, luoghi della cultura. Un esordio col botto, degno dell’evento aperto venerdì pomeriggio al Teatro Grande dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proseguito sabato con una partecipazione da record e ieri con un’altra invasione festosa. Sabato il centro storico ha accolto 150mila persone, come alla fiera di San Faustino.

I numeri

Un fiume concentrato però in poche ore. Ventiseimila gli ingressi ai due concerti in piazza Loggia e allo spettacolo video in piazza Vittoria. Sono stati impegnati 200 bandisti, 180 ballerini, 12 gruppi musicali, 17 artisti, 50 tecnici. Imponente anche l’assistenza logistica, assicurata da 80 steward, 60 volontari, oltreché dalle forze dell’ordine e del personale sanitario. Ventidue gli interventi di soccorso per dei malori: pochi, considerati la folla enorme, il contesto e la rigidità delle temperature. Garantire la sicurezza degli spettatori, cominciando dai controlli ai varchi, è stata la priorità.

Grande successo ieri anche dei musei aperti. Ottomila le persone che, munite di prenotazione gratuita, si sono presentate all’ingresso. Nel dettaglio: 1.184 al Museo delle armi in Castello, 4.212 a Santa Giulia, 1.842 alla Pinacoteca, oltre settecento al Parco archeologico. Molte di più, tuttavia, quelle che sono entrate nel Capitolium e nell’area del Teatro romano. Numeri che danno ragione delle lunghe code all’esterno, anche decine di metri.

Ma, al di là degli ingressi nei siti culturali, va detto che tutto il centro storico è stato invaso da migliaia di persone. Lo scenario unico e naturale di una grande festa. Dunque, la Capitale è partita in volata. Replicare la partecipazione di questo fine settimana sarà difficile, mentre le aspettative dei cittadini, a questo punto, sono alte. «Chissà cosa ci sarà nei prossimi mesi», chiedeva ieri un anziano in fila davanti alla Pinacoteca Tosio Martinengo.

Richiamo

«Non sono preoccupata, i bresciani non resteranno delusi», risponde l’assessore alla Cultura, Laura Castelletti. «Abbiamo costruito un ampio palinsesto - continua - che garantirà un ritorno di interesse e di pubblico. Ci sono eventi più grandi e altri più piccoli, comunque tutti di richiamo, distribuiti nell’arco dell’anno». D’altronde, era necessario un esordio clamoroso per attirare l’attenzione di bresciani e forestieri sull’evento. Come in effetti è stato. Ci saranno altri appuntamenti a forte vocazione popolare (a cominciare dalla festa delle luci in febbraio), tuttavia il palinsesto punta su una partecipazione diffusa e costante con appuntamenti da scoprire. Riguarda il capoluogo, ma pure la provincia, che ha pure messo in campo centinaia di proposte.

È un fiorire di iniziative sul territorio, impossibili da inserire in un solo cartellone. «Abbiamo all’orizzonte tante cose - insiste Castelletti - con una particolare attenzione alla musica, declinata in tanti modi e linguaggi, compreso il dialetto». È stata anche la chiave del successo di questi giorni. «La musica parla a tutti, crea un clima di calore. Mi aspettavo la grande risposta della gente», confessa. «Per le giornate inaugurali si sono mobilitate persone brave e meritevoli, ero certa che tutto sarebbe andato bene». Anche perché «i bresciani hanno voglia di vivere la città, di cogliere le offerte di festa e le occasioni per sentirsi comunità». Che la festa continui.

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