L'ultima pagina criminale di Felice Maniero, ex boss del Brenta

Oggi è stato condannato a quattro anni di carcere per maltrattamenti fisici e psicologici sulla compagna Marta Bisello
  • La lettura della sentenza in Tribunale a Brescia
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Ha cercato il colpo di scena fino all'ultimo. Ha provato a chiedere addirittura uno psichiatra e a spiegare di avere grossi problemi psichici. Ma il medico del carcere di Voghera ha stabilito che «la sintomatologia era solo pretestuosa». E così Felice Maniero non è riuscito a far rinviare l'ultima sentenza di una carriera criminale iniziata quando aveva 17 anni, che sarà riscostruita domani alle 20.30 nella trasmissione Messi a fuoco su Teletutto, condotta da Andrea Cittadini (canale 12 del digitale terrestre o in streaming su www.teletutto.it). Saranno ospiti gli avvocati Luca Broli e Pietro Paolo Pettenadu, il giornalista giudiziarista Maurizio Dianese e sarà proposta l'intervista esclusiva a Giuseppe Pastore, ex cognato di Maniero e componente della banda della Mala del Brenta.

Questa mattina in tribunale a Brescia l'ex boss del Brenta, 66 anni da compiere, è stato condannato a quattro anni di carcere per maltrattamenti fisici e psicologici sulla compagna Marta Bisello, al suo fianco per 26 anni, e per intralcio alla giustizia, per avere tentato di far pressioni sui figli affinché facessero ritrattare la madre.

4 ANNI DI CARCERE PER MANIERO

«Sono soddisfatta» si limite a dire l'avvocato Giordana Giacobbo, legale di parte civile. Poteva andare molto peggio a Maniero - in cella da ottobre scorso dopo l'arresto a Brescia, città dove viveva con una nuova identità - considerando che il pm Lorena Ghibaudo aveva chiesto una condanna a sei anni e otto mesi, che sarebbero stati dieci se Faccia d'angelo non avesse scelto il rito abbreviato. Ma in aula nell'ultimo atto del processo di primo grado all'ex boss della mala Brenta non c'erano l'accusato e nemmeno l'accusatrice. Assente Marta Bisello, mentre Felice Maniero non si è collegato dal carcere di Voghera. «Per motivi di salute» ha fatto sapere.

Una giustificazione che aveva spinto in mattina il presidente Roberto Spanò a chiedere una vista medica in cella per valutare le reali condizioni di salute dell'imputato. La sentenza, prevista per le dieci, è slittata alle 13 dopo il parere medico che ha di fatto dato il via libera al giudice. «Le richieste dell'accusa sono state ridimensionate in termini di pena. Ci aspettavamo una condanna comunque meno pesante anche se accogliamo positivamente la derubricazione di alcuni reati» ha commentato l'avvocato Luca Broli, legale di Maniero, che sui presunti problemi psichiatrici del suo assistito ha detto: «Da mesi chiede un intervento di supporto psichiatrico che dice non aver mai ricevuto. Lo sappiamo noi e anche in sede processuale lo abbiamo fatto presente».

Va detto che anche Marta Bisello, compagna di una vita e poi grande accusatrice, il 23 agosto 2019 sentita dalla Polizia disse: «Maniero è affetto da molti anni da patologie psichiatriche ed è da sempre seguito da specialisti del ramo». Quello di oggi è stato solamente l'ultimo colpo di scena firmato dall'ex boss del Brenta che aveva anche tentato di ricusare il giudice, attraverso un'istanza scritta di suo pugno dal carcere, e rigettata. «Questi continui show sicuramente non lo hanno aiutato» spiega il suo secondo legale, l'avvocato Pietro Paolo Pettenadu, nominato nelle ultime settimane.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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