L’Erasmus riparte con la carica dei 70 e per un tempo prolungato
Formalmente dovrebbero studiare, di fatto impareranno soprattutto com’è la quotidianità italiana e bresciana. Sono 70 i ragazzi che, attraverso il progetto Erasmus, vivranno nella nostra città per i prossimi sei mesi; tra questi, 40 si fermeranno fino all’estate prossima.
Ieri la Statale ha dato loro il consueto benvenuto con una giornata informativa: dopo l’illustrazione dei vari servizi cui hanno diritto gli studenti Erasmus - tra tutti, la gratuità del corso di italiano e dell’abbonamento ai mezzi pubblici - e delle regole che sono tenuti a rispettare, i ragazzi hanno visitato il centro e preso contatto con le diverse associazioni studentesche che li accompagneranno nei prossimi mesi. «A fronte di una relativa stabilità nel numero di ospiti che arrivano a Brescia, si dilata il tempo della loro permanenza», ha fatto notare il rettore Maurizio Tira, durante i saluti istituzionali, in cui ha preso la parola prima del delegato alle politiche di internazionalizzazione Roberto Ranzi e ai coordinatori dei quattro dipartimenti. In effetti nel 2017/2018, su 77 studenti arrivati in città, solo 32 si erano fermati per tutto l’anno, cifra che nel 2016/2017 arrivava appena a 21. «L’incontro tra culture - ha continuato Tira, rivolgendosi ai ragazzi - sarà un arricchimento per tutti».
Si conferma, anche per l’anno accademico 2018/2019, la massiccia presenza degli spagnoli (47 su 70), da sempre in pole position. «Con l’inglese non me la cavo benissimo - ammette Antonio Álvarez, 21 anni, di Valencia -, sicuramente l’italiano è per me più facile». Al secondo posto, con un forte distacco tuttavia, ci sono i francesi, arrivati quest’anno in sei, cui seguono portoghesi (4), turchi (4) e tedeschi (3). Lettonia, Polonia e Romania sono invece rappresentate ciascuna da due studenti. Per quanto riguarda l’area di studio, la più gettonata è Giurisprudenza, con 22 presenze, seguita da Economia (19), Ingegneria (17) e Medicina (12). Negli occhi dei ragazzi seduti ad ascoltare il discorso del Rettore ci sono curiosità, speranza e anche un po’ di timore, ma soprattutto tanto entusiasmo. «L’idea di non conoscere nessuno e di essere in una città che non è la mia mi spaventa - confessa Agnes Müller, 20 anni, dalla Germania -, ma sono sicura che mi farò tanti amici».
Ungur Lacramioara, 23 anni, rumena, è stata colpita soprattutto dalle architetture che la circondano: «Questa città - dice - è molto diversa da quelle che ho visto finora». Invece Guillem Tarruell, 20enne di Barcellona, si è già perfettamente ambientato: «Sono arrivato da poco ho già visto molto - racconta -: il Castello, il centro, le piazze in cui si fanno gli aperitivi e lo stadio Rigamonti. Sabato scorso sono stato a vedere la partita Brescia-Pescara».
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