L'elicottero con l'esagono gigante è tornato a sorvolare la provincia di Brescia
L’elicottero con l’enorme esagono che nel 2021 aveva tenuto parecchi bresciani per giorni con il naso all’insù torna a sorvolare la nostra provincia. Il suo scopo era, ed è ancora, cercare falde acquifere e sorgenti nel sottosuolo, grazie alla potente antenna dalla forma insolita, il cui segnale può arrivare fino a 350 metri sotto terra.
Se nel 2021 lo studio dell'Ufficio d'Ambito di Brescia con i gestori A2A Ciclo Idrico e Acque Bresciane si era concentrato su un’area ristretta di 26 paesi, tra Valle del Chiese e Valtenesi, stavolta l’approccio d’indagine sarà ancora più ampio. Una vastità che renderà la ricerca unica e che interesserà l'intera pianura bresciana, la Franciacorta e la Valle Sabbia, e che sarà la prima di questo calibro dal punto di vista geologico.
L’indagine
La missione è iniziata a marzo e durerà circa tre mesi, cominciando dalla Bassa Bresciana e spostandosi via via sui territori a ridosso del raccordo con le Prealpi e dei laghi, fino alle aree montane più settentrionali. Da affrontare anche una sfida logistica, visto che a differenza del 2021 l'area d'indagine più vasta richiederà 5 campi base, uno per ciascuna delle aree interessate: Franciacorta, pianura occidentale, sudoccidentale e orientale e infine la Val Sabbia, che svolgerà il ruolo di progetto pilota per le aree montuose.
Il gruppo di lavoro, con un percorso da ovest a est, verrà ospitato sui terreni messi a disposizione da privati e da enti locali, ma anche dai campi volo già presenti sul territorio. Ogni giorno l'elicottero percorre in media circa 150 km. Alla fine di questa seconda missione, saranno acquisiti dati su oltre 15.750 km lineari, per una superficie di quasi 1.800 km quadrati che comprende pianura e aree montane. Per ottenere dei dati non condizionati da strutture artificiali, l'elicottero non volerà sui centri abitati.Alla ricerca dell’acqua
L'emergenza siccità che preoccupa fin d'ora la nostra provincia, e appare ancor più critica in vista dell'estate, si combatte infatti anche cercando di individuare nuove falde acquifere, grazie alla tecnologia. L'idea di partire dal cielo per sondare le profondità nasce dal progetto di ricerca «Sviluppo di un modello idrologico per la valutazione dei flussi e deflussi modificati in risposta a scenari di cambiamento climatico».
Grazie alla tecnologia messa a punto da un'azienda danese (Skytem), un elicottero trasporta la struttura esagonale di 20 metri per 30. Il segnale consiste in un campo elettromagnetico (senza alcun rischio per la salute umana e per la fauna) la cui variazione nel tempo produce nel sottosuolo delle correnti elettriche a cui è associato un campo magnetico secondario che viene rilevato dallo strumento durante il volo. In sostanza è come se venissero realizzati sondaggi elettromagnetici a terra, con un passo di 20-25 metri.
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