L'allarme Aids non è finito: a Brescia 160 nuove infezioni l'anno
Centosessanta nuove infezioni ogni anno che riguardano per l’80% uomini. Il virus dell'Hiv continua a diffondersi in città e in provincia, la terza realtà in Italia (dove si registrano 67.000 casi) per numero di persone che hanno sviluppato l'Aids, dopo Milano (8.759) e Roma (7.734) dall'inizio dell'epidemia. Nel Bresciano ci sono stati 2.588 casi dall'inizio dell'epidemia, negli anni '80. Quando il fenomeno, però, era legato soprattutto al mondo della tossicodipendenza. Ora la malattia si trasmette per il 70% per via sessuale.
L’attenzione a riguardo è molto calata e le campagne istituzionali di prevenzione sono sostanzialmente sparite. Eppure in Italia si sono registrati 3.700 nuovi casi e a Brescia l’infezione si propaga in maniera superiore alla media nazionale: oltre 10 casi ogni 100mila abitanti contro 6,7.
Attualmente al Civile vengono seguiti 3.700 pazienti sieropositivi.
Nei primi anni il numero di decessi era alto, ma con i farmaci antiretrovirali ora a disposizione il virus dell’Hiv può essere tenuto sotto controllo e non sfociare in Aids conclamato. Ma ciò non vuol dire che l'allarme sia rientrato.
Oggi si celebra la giornata mondiale per la lotta all’Aids, la prevenzione deve però tornare in primo piano tutto l’anno.
A ulteriore dimostrazione di quanto il problema sia sottovalutato vi è il fatto che il 70% delle persone scopre di essere sieropositivo solo quando l'Aids è già conclamato ed è difficile intervenire dal punto di vista medico.
Per tornare a parlare di Hiv e Aids, la Caritas bresciana ha aderito al progetto Nelson con incontri tra Brescia e provincia con lo slogan «Il silenzio non elimina il problema», accompagnato da un video di sensibilizzazione sulla malattia.
Leggi gli approfondimenti sul Giornale di Brescia di martedì 1 dicembre, scaricabile qui in formato digitale.
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