L’addio al signore della musica

A Cazzago, paese di cui fu sindaco per molti anni, le esequie di Agostino Orizio
L'omaggio al Maestro Orizio
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I funerali di Agostino Orizio si sono svolti ieri pomeriggio nella parrocchiale di Cazzago San Martino, dove il maestro era stato battezzato nel maggio del 1922 e si era sposato nel 1961. La vedova, Luciana Babini, sedeva in prima fila con i molti nipotini; alle sue spalle i quattro figli, intorno una moltitudine di amici ed estimatori a riempire in ogni angolo l’edificio.

Mezz’ora prima dell’inizio è arrivato Uto Ughi, accolto dal maestro Pier Carlo Orizio: durante la cerimonia sono risuonate più volte le note di Bach e Mozart eseguite dal celebre violinista, in piedi, un po’ nascosto, dietro l’altare.

Tra il pubblico sedevano il prefetto Narcisa Brassesco Pace, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono con il vicesindaco Laura Castelletti. Giambattista Groli, sindaco di Castenedolo e amico degli Orizio, ha letto un passo dall’Apocalisse di Giovanni. Mons. Vigilio Mario Olmi, vescovo ausiliare emerito di Brescia, ha trasmesso la sua vicinanza alla famiglia. Molti erano gli amici del paese: tra loro i componenti del corpo musicale di Cazzago intitolato al maestro Pietro Orizio, il padre di Agostino.

È stato il saluto, semplice e toccante, a un artista di fama internazionale rimasto fedele alle proprie radici. L’ha sottolineato il parroco, don Luigi Venni: «Dopo alcuni grandi concerti eseguiti in questa chiesa, ricordava sempre che qui a 12 anni si era arrampicato per la prima volta fino all’organo. Saliva la mattina presto, a suonare per l’officiatura funebre». Nel 1957 aveva portato a Cazzago l’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini. Tra Papa Paolo VI e il maestro Orizio, ha ricordato don Luigi, vi fu «un’amicizia musicale», fondata su una vera «comunione spirituale».

Al termine il corteo funebre ha attraversato le vie del paese, accompagnando il maestro nella tomba di famiglia del cimitero di Cazzago.

 

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