«Isis? Se ci fosse un rischio concreto saremmo pronti»
«Se nascesse un rischio concreto per l’Italia, saremmo in grado di intervenire. Stiamo lavorando da marzo dell’anno scorso». Incalzata dalle domande del giornalista Giovanni Minoli, il ministro della Difesa Roberta Pinotti non ha certo parlato di piani militari. Ma a «Castenedolo... incontra», la serata organizzata dall’associazione Aldo Moro, il ministro ha ricordato quale sarà il ruolo dell’Italia nella rinnovata strategia di lotta all’Isis dopo il vertice di Parigi.
In Libia, in particolare. «In passato abbiamo messo troppo gli scarponi sul terreno, che abbiamo sconquassato, come in Iraq. Senza aver fatto lavorare la diplomazia, non puoi fare agire la forza», ha affermato il ministro, che ha chiarito come consideri sbagliato «pensare che sia l’Occidente da solo a poter fermare il fondamentalismo islamico».
Per questo andrebbero coinvolti i leader islamici. In questo senso, le tensioni tra Usa e Russia, e tra Russia e Turchia starebbero complicando le cose.
Tra spunti su foreign fighters, marò e tagli alle spese militari, la serata si è chiusa dopo un’ora abbondante di domande e risposte. Non prima che il senatore Paolo Corsini avesse il tempo di sfatare alcuni luoghi comuni sulla religione musulmana, auspicando la nascita di un Islam europeo.
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