«Io, disabile assunto e respinto, protestai fuori dall'Om»
Sessantadue giorni accampato in una tenda davanti ai cancelli della fabbrica per rivendicare il diritto a lavorare. Meglio, il diritto ad essere pagato perché ha lavorato. «Se non fossi stato handicappato, l’avrei fatto lo stesso. È una questione di diritti e, soprattutto, di dignità». Sono trascorsi quarant’anni e Mario Bianchi ripercorre quei giorni davanti alla Om con la stessa passione e determinazione di allora.
Lui, spastico, nel novembre 1978 venne assunto alla Om attraverso l’Ufficio di collocamento in base alla legge 482 (chiamata delle assunzioni obbligatorie), ma pochi giorni dopo una visita medica decretò l'impossibilità di farlo lavorare. Una diagnosi falsa, che lo spinse a protestare davanti al cancello dell’ingresso degli operai.
La storia completa sul Giornale di Brescia in edicola oggi, sabato 25 maggio, scaricabile anche in formato digitale.
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