Invalido dopo uno schiaffo: chiesti 4 anni di carcere per l'aggressore

Per scherzo la vittima, un 56enne di Castenedolo, aizzò il cane contro la vicina, il cognato della donna reagì violentemente
Il Palazzo di Giustizia di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Quattro anni per uno schiaffone. È quanto rischia un 40enne operaio di casa in città per aver, con quello schiaffone, cambiato per sempre le prospettive di vita di un 56enne che una sera di settembre di due anni fa ebbe, almeno a dire di chi sganciò quel violentissimo sberlone, la non proprio brillante pensata di aizzare il cane contro sua cognata e che, in seguito al duro colpo, cadde a terra, battè la testa al suolo e da allora non è mai più rientrato in possesso delle normali funzionalità, non ha più vissuto e non potrà più vivere la sua solita vita.

A chiedere la pena esemplare (e già scontata di un terzo come prevede il rito abbreviato) è stato nei giorni scorsi il pubblico ministero Ettore Tisato. Il giudice dell’udienza preliminare Andrea Gaboardi ha preso atto della richiesta e aggiornato il processo al prossimo 29 novembre, giorno in cui si ripresenterà in aula per la lettura della sentenza.

La ricostruzione

Tutto accadde il primo giorno di settembre di due anni fa. L’imputato - questa almeno la ricostruzione dell’episodio finita nelle carte del pubblico ministero - è a spasso con il suo cane quando incontra la vicina. Non si limita a salutarla, sprona il cane a farle paura. L’obiettivo è realizzato. Lei si spaventa e non la mette via. Torna a casa dal marito e dal fratello di quest’ultimo. E con loro si presenta alla porta del padrone dell’animale.

Ne nasce ben presto una discussione che si chiude con il manrovescio finito al centro del processo. E che ha avuto conseguenze irreversibili. Il 56enne che l’ha ricevuto infatti fu ricoverato in prognosi riservata con un politrauma con emorragia cerebrale post traumatica. All’uscita dall’ospedale - in seguito alla diagnosi di disturbo afasico con deficit fonologici, lessicali, di lettura e scrittura; ma anche a carico delle funzioni di controllo e impulsività - la persona offesa verrà dichiarata incapace di intendere e volere, ma anche inabile al lavoro.

L’uomo accusato di lesioni gravissime per averlo ridotto in questo stato si è sempre difeso sostenendo di essersi difeso da un’aggressione, mentre la vittima ha sempre escluso di aver aizzato il cane contro la vicina, che anzi ebbe una reazione decisamente sproporzionata.

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