Insieme per il restauro: la raccolta fondi per la Locomotiva in Castello
Il 30 maggio si è aperta ufficialmente la campagna di crowdfunding «Insieme per il restauro» per riportare al suo splendore originale uno dei simbolo della città, la locomotiva «numero uno» del Castello di Brescia.
L’iniziativa, ideata dall’Associazione Palco Giovani, prende vita grazie al Comune di Brescia e alla partecipazione di Fondazione Brescia Musei e vuole coinvolgere tutti i cittadini. La raccolta fondi attende tutte le persone e le aziende che vorranno contribuire.
Progetto e storia
Nel sito, attraverso la sezione «progetto», si può accedere ai passi principali del percorso di crowdfunding, le fotografie attuali, i ricordi e le news. Mentre nella sezione «storia», è contenuta una raccolta fotografica della locomotiva, fino ad oggi, con immagini in molti casi sconosciute alla maggior parte dei bresciani, fornite anche dall’archivio Foto Negri.
La «Prigioniera del Falco d'Italia»
L'idea di dare nuovo smalto alla locomotiva del Castello nasce dalla considerazione che quel frammento di archeologia industriale costituisce un vero e proprio punto di riferimento per intere generazioni di bresciani. Almeno tutte quelle che dal settembre 1961 ne hanno ammirato (soprattutto da bambini) l'imponente mole sul piazzale del Castello cittadino. Vi fu portata con due trattori stradali risolvendo non poche criticità burocratiche, tecniche e logistiche: basti pensare che per condurla nel piazzale al quale da allora dà il nome servì puntellare il ponte di accesso al Castello. I suoi 412 quintali di metallica solidità sono stati forgiati nel lontano 1907: per 54 anni ha portato lungo i binari della Brescia-Iseo-Edolo (ma anche della Brescia-Cremona) passeggeri e merci con le insegne della Snft (Società Nazionale Ferrovie e Tramvie). Nel corso di oltre mezzo secolo, si stima abbia percorso 2,5 milioni di chilometri, pari a circa 60 volte il giro del mondo. Per produrre il vapore necessario a marciare così a lungo (alla velocità massima di 60 km/h), pare abbia consumato 225mila quintali di carbone e 175mila metri cubi di acqua.
Conclusa la vita operativa, complice il sopravvento di motori diesel anche lungo le linee non elettrificate, si è tramutata in «Prigioniera del Falco d'Italia», vale a dire del Castello, appunto. Da lassù, sulle sue ruote dal diametro di 1,3 metri, è un cimelio della storia della mobilità italiana e bresciana in particolare. Ma anche della grande passione per il mondo dei binari del Club Fermodellistico Bresciano al quale si lega inscindibilmente la sua storia. Non va dimenticato, infatti, che promotore della sua trasformazione in monumento fu proprio il sodalizio che l'acquistò per la cifra simbolica di 1 lira, complice lo slancio entusiasta di due figure amatissime dai più piccoli di anni lontani, entrambi titolari di negozi di riferimento per i bimbi (ma non solo): il signor Giacomo Romano di Treno Hobby, e la signora Dada Bruneri dell'omonimo negozio di giocattoli un tempo sotto i portici.
Come donare?
Per effettuare la propria donazione bisogna accedere online al sito www.locomotivabs.it e accedere alla sezione «dona». É possibile devolvere qualsiasi importo a patto che non superi i 5.000,00 euro. Si può effetturare il pagamento con Paypal e carte di credito, o su conto corrente dedicato (Iban IT16K0538711238000003581793).
Chi dona, entra a far parte dell’Albo Ufficiale dei Donatori che verrà custodito online ed esposto alla manifestazione di chiusura del progetto.
Contributo, non solo economico
Aziende e persone possono contribuire non solo economicamente ma anche con idee e iniziative. Chiunque vorrà mettere a disposizione le proprie abilità potrà farlo. Sono numerose le persone che hanno già sostenuto la campagna attraverso la realizzazione delle grafiche e del logo e i testimonial e gli influencer bresciani pronti a scendere in campo.
Per ulteriori informazioni e richieste scrivere a info@locomotivabs.it
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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