Insegnante fermato in Nepal: attesa per le scelte delle autorità locali
Dal consolato italiano a Calcutta viene espresso «moderato ottimismo». La famiglia di Tiziano Ronchi spera e nel frattempo si chiude nel silenzio. In attesa di una svolta positiva. «Non abbiamo novità. Aspettiamo la Farnesina» si limita a dire Nuccia Gatta, la mamma del docente bresciano dell'Accademia Belle Arti Santa Giulia, trattenuto in Nepal dallo scorso 5 marzo con l'accusa di aver raccolto dei resti archeologici vicino al tempio induista di Taleju a Bhaktapur, cittadina a 13 chilometri da Kathmandu.
Le accuse
L'ambasciatore italiano a New Delhi Vincenzo De Luca si è personalmente messo in contatto nel tardo pomeriggio di ieri con la famiglia di Tiziano Ronchi, rassicurando i genitori del 27enne e confermando loro che il figlio è assistito da un legale che sta dialogando con le autorità nepalesi che a breve dovrebbero chiudere le indagini. Da capire quale sarà l’esatta contestazione mossa dalla polizia del Nepal, che inizialmente aveva accusato Ronchi del furto di una statuetta all’interno del tempio, poi di aver sfregiato un’opera con un coltellino e infine di aver raccolto dei frammenti in legno ritenuti sacri.
I diplomatici italiani sono convinti si tratti «di un grande fraintendimento». E si aspettano che il bresciano possa essere rilasciato entro pochi giorni.
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