Informazione e fake news: ecco come trovare gli anticorpi

L’incontro con il vescovo e il presidente regionale dei giornalisti per parlare di comunicazione
  • L'incontro dei giornalisti bresciani al Paolo VI
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Ci hanno raccontato che il web sarebbe stato il luogo (o meglio, il non luogo) della democrazia. Ci hanno raccontato che nella rete ognuno sarebbe potuto diventare protagonista. Ci hanno raccontato che su internet avrebbe trionfato la libertà di pensiero, basta oscurantismo. Ci hanno raccontato che tutto questo avrebbe fatto vincere i grandi valori. Ci hanno insomma fatto sognare un mondo migliore. E poi? E poi ci siamo svegliati e ci siamo ritrovati in un incubo.

La festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è stata l’occasione per riflettere, appunto, di informazione ai tempi della società fluida dominata dai nuovi media. Ospite dell’incontro, tradizionalmente organizzato dalla Diocesi di Brescia, il presidente dell’ordine lombardo dei giornalisti Alessandro Galimberti.

Una riflessione arrivata nel giorno in cui papa Francesco ha reso noto il suo messaggio per la 52esima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali che si celebrerà domenica 13 maggio 2018, il tema le fake news. Per arginarle, ha spiegato papa Bergoglio, serve un giornalismo «di pace ma non buonista, che sia ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboanti». Un giornalismo «fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone».

Per Galimberti verso tutto ciò che è mondo digitale c’è «una devozione inspiegabile, siamo in pieno modernismo digitale. Ma se ci fermiamo a riflettere ci accorgiamo che quanto ci è stato raccontato quando è nato il web, la democrazia che ne sarebbe scaturita, si è rivelato falso: tutto è sfuggito di mano».

I nuovi media, i social sono diventati, ha proseguito il presidente dell’ordine dei giornalisti lombardi, «delle divinità laiche, se li critichi vieni subito tacciato di essere vecchio, di voler difendere privilegi. Evidentemente non è così, la rete non può essere un terreno di libertinaggio dove tutto è consentito».

Ma come arginare un’onda gigantesca che pare travolgere tutto ciò che trova sul proprio cammino? «C’è una strada ben precisa da seguire, ed è quella della responsabilità personale: chi sbaglia paga. Purtroppo attualmente non è così, in rete individuare chi sbaglia, e poi fargli pagare gli errori, è impossibile».

Nunzia Vallini, direttore del nostro giornale, è partita da quanto detto lo scorso anno, sempre in occasione dell’incontro di San Francesco di Sales, dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio: «Noi giornalisti siamo i custodi dell’acqua potabile, della corretta informazione. Ma a volte l’impressione è che l’acqua ci stia evaporando tra le mani:rischiamo quindi di essere i custodi del nulla». Ci si deve quindi rassegnare al dilagare delle fake news? Certo che no. «Perché i gruppi editoriali possano sopravvivere, e garantire quindi la qualità dell’informazione, è fondamentale la loro autonomia economica, il mondo della rete non può proseguire sulla strada della cannibalizzazione delle notizie».

Per il vescovo Pierantonio Tremolada «la qualità dei contenuti sarà sempre decisiva. Essa dipenderà dal coraggio e dalla serietà nel vagliare e offrire ciò che è di reale utilità al destinatario della comunicazione, senza escludere anche eventi in sé negativi ma certo privilegiando quelli positivi; dall’arte di raccontare in modo sapiente quanto accade e di condividere con lucidità ed eleganza il proprio pensiero; dall’onestà nel riferire con chiarezza e per il bene comune tutto ciò, e soltanto ciò, che in coscienza è ritenuto vero; dalla capacità di farlo con quella giusta dose di umorismo e di creatività che permettono a chi ascolta di sentirsi arricchito e allietato».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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