Infermieri disoccupati, ma la sanità ne ha bisogno
Esiste un rischio reale di disoccupazione per gli infermieri neolaureati. Questo, malgrado il basso rapporto tra il loro numero e quello dei cittadini, al di sotto della media regionale, nazionale ed europea. E alla necessità, dunque, di avere personale altamente qualificato - ricordiamo che a Brescia la formazione avviene sia in Statale sia in cattolica - al fianco di chi soffre.
Il «grido d'allarme» è stato lanciato all'assemblea Ipasvi da Stefano Bazzana, presidente del Collegio al cui albo professionale nella nostra provincia sono iscritti 7.952 infermieri e assistenti sanitari. Nello specifico, il 95% degli iscritti è rappresnetato dagli infermieri, il 4% dagli assistenti sanitari e l'1% da infermieri pediatrici. Ci sono, inoltre, 654 liberi professionisti e 575 infermieri stranieri. Per la libera professione, alla fine dello scorso anno a Brescia è nata l'Unilpa, Unione degli studi associati infermieristici, prima esperienza simile a livello nazionale.
«Tra le funzioni del Collegio, vi è proprio la tutela del cittadino che ha il diritto, sancito dalla Costituzione, di ricevere prestazioni sanitarie da personale qualificato, senza pendenze penali, in possesso di un titolo che abiliti alla professione» ha sottolineato il presidente Bazzana. Dunque, un ruolo di tutela. E la stessa vicepresidente, Ermellina Zanetti, invita il cittadino «a segnalare eventuali disservizi attribuibili ai nostri iscritti, ricordando che chiunque può controllare se un professionista è tale collegandosi al sito
».
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