«Indietro non si torna: dopo l'incidente non è facile»
«Ai ragazzi spieghiamo che andare avanti si può. Ma allo stesso tempo ribadiamo il concetto che indietro non si torna, perché basta un attimo e ci si cambia la vita. Poi accettare l’incidente e accettare se stessi passando dal metro e 85 alla sedia a rotelle non è facile. Partecipare alle attività di gruppo aiuta a tornare alla vita, ma non è dura».
É una testimonianza toccante, quella di Marco Colombo, presidente della onlus Active Sport, che oltre a promuovere la pratica sportiva tra i disabili motori, da sempre è impegnata in prima linea sul fronte della prevenzione agli incidenti stradali tra i più giovani, i ragazzi. Anche e soprattutto, portando il racconto della propria esperienza personale di vittime di incidenti invalidanti in maniera permanente.
Tanto più rilevante se si scorrono i dati di questa estate nera 2018: ben 33 morti i nei mesi di giugno, luglio ed agosto, 28 dei quali bresciani deceduti in seguito a schianti avvenuti sia sulle strade della nostra provincia sia in altre città, a cui si aggiungono altre 5 croci di uomini e donne residenti in altre province ma che hanno trovato la morte lungo le strade bresciane.
Numeri decisamente preoccupanti, soprattutto se confrontati con quelli del 2017. Basti pensare che dall’inizio dell’anno al primo agosto si sono contate 49 vittime, 13 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui le croci sulle strade erano state 36. E ad agosto la situazione è persino peggiorata, con una media di una vittima ogni due giorni.
Alta velocità, mancato rispetto delle distanze di sicurezza e distrazione alla guida le cause di gran parte degli incidenti gravi. E a farne le spese sono stati in molti casi i cosiddetti utenti deboli della strada. Se i motociclisti risultano tra le categorie più a rischio, 14 le vittime in questa estate nera, con un incremento della mortalità che sfiora il 12% rispetto al 2016, anche il dato relativo a pedoni e ciclisti investiti non è trascurabile: 8 infatti sono state le persone che negli ultimi 3 mesi sono morte dopo essere state investite da auto, moto e pullman.
A preoccupare le associazioni impegnate per la sicurezza stradale è il fatto che dopo un anno in nel Bresciano si era assistito ad un deciso calo delle vittime: -15% nel 2017 in controtendenza rispetto al resto d’Italia, ora i numeri sono tornati a crescere. Segno che la prevenzione non è mai abbastanza.
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