Incidenti stradali, il padre di una giovane vittima: «Con gli abusi di alcol, tragedie annunciate»
«Quando vedi che tua figlia e le sue amiche fanno serata il venerdì, il sabato e la domenica, e tornano alle sei del mattino dopo notti all'insegna dell'abuso di alcol, ti rendi conto che prima o poi qualcosa di grave succede. Nell'ultimo anno non ho mai dormito per la preoccupazione. Si è trattato e si tratta di tragedie annunciate».
È un padre disperato, devastato dai sensi di colpa per non essere riuscito a salvare la figlia morta recentemente in un incidente stradale, perché chi guidava aveva bevuto troppo. In un messaggio fatto recapitare alla trasmissione Messi a Fuoco di Andrea Cittadini su Teletutto, che venerdì si è occupata di mortalità sulle strade, punta il dito contro «un sistema che un genitore non riesce a governare», chiede aiuto per le famiglie («serve una rete»), perché «un genitore da solo non può fare nulla» e si scaglia contro i «gestori dei locali», che avrebbero messo in piedi «un vero e proprio sistema di reclutamento di ragazzi […] spacciatori di alcol […] persone che non organizzano feste, organizzano serate in cui far distruggere i ragazzi con l'alcol».
Un atto d'accusa fortissimo da parte di chi piange le sorti della figlia, confermato da un volantino, mostrato durante la trasmissione, che pubblicizzava una festa organizzata in un locale bresciano per la notte di Halloween e i premi riservati alle maschere più belle. Sette quelli previsti - un modo per attirare più ragazzi possibile - da una bottiglia di Hendrick's Lunar Gin a due cocktail.
«La rete esiste - ha detto durante la trasmissione Daniela Di Lascio, comandante Polizia stradale di Brescia -, da anni le istituzioni sono impegnate su più fronti e le morti sulle strade sono diminuite negli ultimi vent'anni. Purtroppo è un fenomeno che richiede sempre maggior sforzi, soprattutto con i giovani. Mi chiedo se questi locali rispettino le regole». Di Lascio ha, quindi, indicato alcune delle strade bresciane più critiche e indicato la Ss 45bis come osservata speciale. «È l'arteria con il più alto indice di incidentalità e stiamo ragionando con le altre istituzioni su come intervenire».
In studio hanno portato la loro testimonianza Roberto Merli, presidente dell'associazione «Condividere la strada della vita», che nel 2000 ha perso Alessandro, il figlio 15enne ucciso sul suo motorino da un automobilista ubriaco, e Nicola Metelli, rimasta sulla sedia a rotelle dopo un incidente. All'epoca aveva 14 anni ed era anche lei a bordo di un motorino con un suo amico rimasto illeso.
Sull'aiuto ai giovani e ai genitori che hanno perso un figlio, in trasmissione è intervenuta Romana Caruso, psicologa e psicoterapeuta. «Alcol e droghe, uso del telefonino, che può essere indicato anche come una droga - ha spiegato - sono rifugi entro i quali i ragazzi sfogano i loro disagi. Famiglie e istituzioni possono intervenire e nei casi più complessi il sostegno di un professionista può essere importante».
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