Incidenti in montagna, muore l'alpinista Merelli
Una caduta di trecento metri causata dal cedimento di una roccia: questa sarebbe la dinamica dell’incidente in montagna che è costato la vita all’alpinista bergamasco Mario Merelli, uno dei più importanti protagonisti italiani delle scalate degli Ottomila.
Lo scalatore stava facendo un’escursione sui monti dell’Alta Val Seriana insieme al suo migliore amico Paolo Valoti, fino allo scorso aprile presidente del Cai bergamasco. I due sono partiti da Valbondione (Merelli viveva nella vicina Lizzola) martedì sera intorno alle 23, salendo al Rifugio Coca, a 1.892 metri di quota. Dopo una pausa i due sono ripartiti per una scalata in notturna sul canalino verso la Punta Scais, raggiungendo i 3.082 metri stamattina intorno alle 6.
Viste le buone condizioni del meteo e della visibilità hanno deciso di raggiungere il Rifugio Baroni al Brunone che si trova nella zona del Pizzo Redorda sempre nell’ampio territorio di Valbondione, a circa 2.300 metri. La tragedia si è verificata intorno alle 8. Secondo il racconto di Valoti, per arrampicarsi Merelli si è aggrappato a un macigno che ha improvvisamente ceduto. L’alpinista è precipitato nel burrone per circa 300 metri. Valoti, che si trovava poco dietro di lui, è subito sceso per verificare le condizioni del compagno, poi ha raggiunto una zona da dove ha potuto dare l’allarme. Inutili i soccorsi dell’elicottero del 118. Il corpo di Merelli è stato recuperato con il verricello e trasferito alla base del Soccorso alpino di Clusone.
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