Inchiesta Scarface, i giudici: «Ridimensionate quantità a gravità dei reati»
La sintesi di una sentenza di 332 pagine è tutta in poche righe. «Gli esiti del giudizio determinano un serio ridimensionamento in termini di quantità e gravità della moltitudine di reati che, sotto la guida di Francesco Mura, il supposto sodalizio criminoso avrebbe compiuto negli indicati otto anni di vita». Lo scrive il presidente del collegio Cristina Amalia Ardenghi nelle motivazioni della sentenza del processo scaturito dall’inchiesta Scarface, sul presunto giro di riciclaggio di denaro attraverso le schedine del Lotto, che aveva visto l’imprenditore delle tv cremonesi Francesco Mura come il punto di riferimento del gruppo. Nel novembre del 2020 in 14 finirono in arresto e diverse attività vennero sequestrate.
Non c’è mafia
Il processo ha raccontato un’altra verità e in primo grado sono state otto le assoluzioni e cinque le condanne: tre anni per Gabriella Corsini, un anno e otto mesi per Maria Dizioli ed Elisa Salerno, quattro anni per Mario Mura e cinque anni al figlio Francesco. Oltre all’associazione a delinquere - «gli esiti della ponderosa istruttoria svolta portano ad escluderne in radice la sussistenza» - è caduta per tutti l’accusa di associazione delinquere di stampo mafioso che era stata contestata nel capo di imputazione in base ad un presunto legame tra Francesco Mura e la cosca ‘ndrina Barbaro-Papalia per il tramite di Giuseppe Pangallo, genero del boss Rocco Papalia. Dal processo è emerso che Pangallo e Mura erano amici in un «rapporto innocuo». Il tribunale stronca così l’accusa.
«Non è mai stata provata l’appartenenza di Giuseppe Pangallo alla ’ndrangheta e l’assenza di qualsiasi reale collegamento di natura criminale tra lui e il nucleo familiare della moglie rende evanescente l’impianto accusatorio. L’accusa di aver riciclato denaro per la cosca Barbaro-Papalia è risultata in ogni suo segmento fattuale totalmente infondata». I giudici hanno poi smontato anche la ricostruzione secondo la quale l’imprenditore cremonese avesse usato fondi occulti per costruire l’impero immobiliare di cui dispone. «Ipotesi palesemente costruita su pregiudizi e senza una reale ricostruzione delle effettive disponibilità finanziarie di Mura e la loro origine».
Evasione certificata
Su un punto giudici e procura hanno trovato l’intesa. I reati tributari contestati a Mura, al padre e a vario titolo agli altri tre condannati sono stati commessi. «Di fatto attraverso l’occultamento di due conti correnti, parte dei ricavi effettivamente riscossi sono stati occultati e le somme fatturate iscritte tra i crediti inesigibili e dunque come ricavi fisicamente azzerati, simulandone la perdita» scrive il tribunale che con la sentenza ha disposto la confisca di 222mila euro, ma allo stesso tempo la restituzione di quasi dieci milioni di euro sequestrati durante le indagini.
Le vincite del Lotto
I giudici hanno accolto, in parte, anche la tesi accusatoria sul vorticoso giro di denaro attraverso le vincite del Lotto. «Prima venivano individuate le schedine vincenti conseguite da soggetti terzi in tabaccherie di proprietà di persone in stretto rapporto con Mura, il quale acquistava materialmente i tagliandi vincenti e i vincitori effettivi ricevevano la liquidazione della vincita in contanti dal titolare delle tabaccherie, ma di fatto fornito dall’imputato» è la ricostruzione agli atti dell’articolato meccanismo di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, «provento - viene spiegato - dei reati fiscali e dell’indebito utilizzo di carte ricaricabili attraverso le quali venivano pagate in nero parte delle spese delle aziende televisive riconducibili a Francesco Mura». Per i giudici le condotte criminose compiute dall’imprenditore erano espressione di un medesimo disegno criminoso: arricchirsi in maniera illecita e al riparo da eventuali accertamenti dell’autorità tributaria o di pubblica sicurezza»
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato