Inchiesta Isis: Brescia piazza per reclutare terroristi
La parola Brescia spunta più volte nelle carte dell’inchiesta antiterrorismo condotta dalla Digos
Terrorismo: i legami con Brescia
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La parola Brescia spunta più volte nelle carte dell’inchiesta antiterrorismo condotta dalla Digos, che ha sgominato una cellula islamica che reclutava persone disposte a combattere in Siria per l’Isis.
È la città da dove è partito Anas El Abboubi, ma anche piazza in cui cercare nuovi potenziali terroristi. Il giovane marocchino di Vobarno, irreperibile perché in Siria da settembre di un anno fa, era il collante tra l’Albania e l’Italia; tra la zona di reclutamento e i reclutatori. In Siria c’era un parente dei due albanesi, zio e nipote, finiti in cella. Un uomo morto in territorio di guerra lo scorso 15 agosto.
Anas El Abboubi, serviva alla cellula islamica per convincere un 15enne, indagato nell’inchiesta, a lasciare l’Italia per arruolarsi nell’Isis. Di più: Anas avrebbe dovuto guidare il minorenne una volta arrivato in Siria. Per convincere l’adolescente ad andare a combattere Elvis Elezi, uno degli arrestati, gli propone di trascorrere gli ultimi giorni del Ramadan a Brescia, in una non ben specificata moschea della nostra provincia.
«È pieno di fratelli che fanno salat di notte e la funzione religiosa è tenuta da un bravo imam», afferma Elezi. Che invita poi il giovane a guardare un video di aggiornamento sulla situazione siriana.
Fitto il rapporto, stando agli atti, tra Anas El Abboubi e i reclutatori. Si vedono in Albania il 6 settembre 2013, quando Anas si imbarca su una motonave a Bari, destinazione Durazzo.
Ma tra loro era previsto anche un incontro a Brescia, poi saltato e avvenuto a Torino, dove uno dei due albanesi arrestati, Elvis Elezi afferma che ci sarebbero stati «un paio di amici di Brescia».
Ora nella nostra città proseguono le indagini della Digos, che dovrà analizzare il materiale sequestrato a casa El Abboubi, a Vobarno. Computer, hard disk e anche i telefoni cellulari dei genitori e del fratello del giovane Anas, con i quali il 25enne marocchino è rimasto in contattato dalla Siria.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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