Inchiesta Covid, Fontana al Tribunale dei Ministri: «Mai ridotte misure anti pandemia»
«È andato molto bene. Il presidente ha spiegato le sue ragioni modo chiaro. Ha specificato alcuni aspetti che potevano sembrare non perfettamente in linea con i fatti successi». Lo hanno detto gli avvocati del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, Jacopo Pensa e Federico Papa, lasciando il tribunale di Brescia dopo 45 minuti di interrogatorio del loro assistito, sentito dal Tribunale dei Ministri nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della prima fase della pandemia.
«Fontana ha dimostrato che la Lombardia era stata la zona più colpita e lui in particolare era molto preoccupato e per questo proponeva delle misure per non allentare i provvedimenti già in atto» hanno spiegato i legali del governatore, che hanno poi aggiunto: «Tendiamo a dimenticare quel momento storico di inizio 2020, ma bisogna ricordare che la Lombardia era la zona più colpita. Fontana fu il primo ad indossare la mascherina e venne preso in giro. Lui aveva capito che era il caso di essere prudenti e che non era una semplice influenza».
«Abbiamo risposto a tutte le domande che ci hanno fatto. Spero bene per noi. Io non posso parlare e dire di più» si è limitato a dire l’ex componente del Cts Agostino Miozzo dopo l’interrogatorio davanti al tribunale dei Ministri di Brescia che hanno ricevuto gli atti dalla Procura di Bergamo sull’inchiesta in merito alla gestione della prima fase della pandemia a febbraio 2020 e sulla mancata zona Rossa ad Alzano e Nembro. »Confidiamo nella giustizia e aspettiamo al decisione» le parole dei suoi legali.
E nel pomeriggio si è concluso anche l’interrogatorio al Tribunale dei Ministri di Brescia dell’ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli. «Ho spiegato quello che era il mio ruolo, quello che ho fatto e spero che venga compreso» si è limitato a dire Borrelli lasciando il Palazzo di giustizia di Brescia.
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