Inchiesta Covid a Bergamo, una giudice di Brescia valuterà le posizioni di Conte e Speranza

Mariarosa Pipponzi è la presidente del tribunale dei ministri che dovrà valutare le posizioni dell'ex premier e dell'ex ministro della Salute
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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È la giudice Mariarosa Pipponzi, presidente della sezione lavoro del tribunale di Brescia, la presidente del tribunale dei ministri che dovrà valutare le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza, indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia.

La procura di Bergamo invierà gli atti alla procura di Brescia, che poi li inoltrerà al tribunale dei ministri composto da altri due magistrati già sorteggiati oltre alla presidente.

L'inchiesta sulla gestione del Covid-19 in provincia di Bergamo si è chiusa ieri con l'iscrizione di 19 persone nel registro degli indagati. Tra questi anche l'attuale presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore al Welfare Giulio Gallera.

Cos'è il tribunale dei ministri

La giudice Pipponzi sarà affiancata da altri due magistrati, tutti estratti a sorte, assieme ad altri due giudici che hanno il ruolo di supplenti. È una legge costituzionale del 1989, la numero 1, che ha introdotto il tribunale dei ministri, una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i soli reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni, anche se intanto non ricoprono più la carica. 

Premier e ministri sono sottoposti alla giurisdizione ordinaria, ma perché si arrivi al processo nei loro confronti occorre l'autorizzazione preventiva del Senato o della Camera dei deputati. È questa la ragione per la quale le posizioni di Conte e Speranza non figurano nell'avviso di conclusione indagini che riguarda gli altri 17 indagati ma saranno trasmesse allo speciale tribunale presieduto da Pipponzi. 

Cosa fa il tribunale dei ministri

Ricevuti gli atti, il tribunale dei ministri entro novanta giorni, compiute le indagini preliminari e sentito il pm, può decidere l'archiviazione con un decreto non impugnabile oppure la trasmissione degli atti con una relazione motivata al procuratore della Repubblica perché chieda l'autorizzazione a procedere alla Camera competente (che è il Senato se non si tratta di parlamentari). La Camera competente può negare, a maggioranza assoluta, l'autorizzazione, nel caso in cui ritenga che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo. In questo caso la decisione è insindacabile. 

In presenza invece dell'autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d'appello competente per territorio. Del collegio non possono far parte i componenti del tribunale dei ministri. Durante il procedimento, premier e ministri non possono essere sottoposti a misure limitative della libertà personale, a intercettazioni telefoniche, a sequestro o violazione di corrispondenza ovvero a perquisizioni personali o domiciliari senza l'autorizzazione della Camera competente, a meno che siano sorpresi in flagranza mentre stanno commettendo un reato per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura.

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