Incentivi auto, verso il «clic day» ma con moderazione (per ora)

Potranno gli incentivi statali che scattano domani risollevare le sorti di un mercato - quello dell’automobile e delle moto - che ad oggi riporta un forte ribasso a doppia cifra (-20,2%)? Secondo gli analisti, escludendo il 2020, anno della pandemia, siamo di fronte ai volumi più bassi in assoluto da quando venne effettuata una rilevazione a livello europeo.
Il calo
L’Italia ha fatto registrare ad oggi il -33% sulle vendite, risultati che derivano, in buona parte, dal prosieguo, in tutta Europa, delle ben note difficoltà nella gestione delle supply chain, che pesano sia sul fronte della produzione che su quello della domanda. Ora si spera che l’avvio degli incentivi all’acquisto delle vetture a zero e a basse emissioni, incentivi tecnologicamente neutrali e con un orizzonte temporale di 3 anni, possa mettere fine all’effetto attesa e far ripartire le vendite.
Ad incidere sulla situazione fiaccata dalla pandemia e la crisi dei chip è anche la guerra. Il settore saluta quindi con favore l’avvio da domani degli incentivi statali, ma molti operatori li ritengono solo un primo passo, e con vincoli al momento troppo stretti.
Come funziona
Domani le concessionarie partiranno con le prenotazioni degli incentivi sulla piattaforma: diversi i contratti nei cassetti che saranno inseriti tra 24 ore nel sito del ministero. Il limite posto ad ogni concessionaria è di 50 prenotazioni al giorno: vedremo se a fine settimana si potrà parlare di onda lunga o meno degli incentivi.
Quanto si riceve? Per le auto fra 0 e 20 g/km di CO2 di emisione, il contributo statale è di 3mila euro, più altri 2mila euro in caso di contestuale rottamazione. Per le vetture fra 21 e 60 g/km, l’incentivo sarà di 2mila euro più altri 2mila con la rottamazione. Per le vetture dell’ultima fascia, quelle categoria 61-135 g/km, pari a 2mila euro, il contributo sarà erogato solo con la rottamazione di una auto fino a Euro 5, intestata da almeno 12 mesi all’intestatario della nuova vettura acquistata (o a un familiare convivente). Il tetto base del costo è fissato in 35mila euro per le auto 0-20 e 61-135 g/km e 45mila euro per le vetture 21-60 g/km (accessori compresi ma escluse Iva, Ipt e messa su strada); aggiungendo solo l’iva si arriva a 42.700 euro per la prima fascia e 54.900 per la seconda. Per moto e scooter elettrici e ibridi è previsto un contributo del 30% sul prezzo d’acquisto fino a un massimo di 3.000 euro e del 40% fino a 4.000 euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a Euro 3.
Le reazioni

«Il rischio è che questi possano operare maggiormente per il segmento più costoso e pesare meno sensibilmente sulle auto più economiche a maggior emissione» come rimarca Massimo Capretti di Autobase. Secondo le più recenti indagini di mercato le auto elettriche sono le più ambite dalla massa dagli automobilisti, ma i prezzi elevati, l’infrastruttura carente e ora anche le lungaggini nelle consegne scoraggiano i più.
«Attendevamo da tempo gli incentivi - spiega Alessandro Bettinoni di Saottini - ma così come sono strutturati non sposteranno di molto il mercato. Serve una spinta maggiore per rendere le auto elettriche davvero per tutti. Non crediamo ci sarà un vero boom». Non a caso lo stesso Gruppo Saottini ha avviato un programma che interessa l’usato. Saranno in vendita un centinaio di autovetture di una nota casa tedesca, con garanzia della Casa, che beneficeranno del passaggio di proprietà in omaggio e fino ad ulteriori 1.000 euro di «vantaggio cliente». Una risposta anche questa ai lunghi tempi di attesa e al fatto di garantire al cliente in tempi ragionevoli il possesso di un’auto.I segmenti
Il tutto mentre il mercato del nuovo mostra una grande contrazione nelle auto medio-piccole, a fronte di cifre record registrate dai brand più esclusivi che non hanno patito la crisi. Non a caso ci sono molte Case che studiano riposizionamenti, come Volvo che pone sotto i 35mila euro della XC 40 e ribadisce il totale abbandono dei motori termici della casa svedese entro il 2025. Così Renault punta tutto sulla «Megàne»» full electric che, grazie agli incentivi, diventa decisamente più abbordabile. In controtendenza il gruppo DR Automobiles: il marchio di Macchia d’Isernia, forte della strettissima collaborazione con la Cina, non patisce la crisi dei chip e macina risultati di crescita a tre cifre, garantendo la consegna delle vetture dei marchi del gruppo entro poche settimane dall’ordine.
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