Incendio in Maddalena, 28 ore di fiamme e un'incognita che resta
Ventotto ore. Tanto è durato l’incendio in Maddalena che per un giorno e una notte ha tenuto il fiato sospeso ai bresciani, gli occhi puntati sulla montagna di casa.
La chiusura definitiva del rogo è stata decretata dalla Protezione Civile della Provincia di Brescia e dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco alle 19.30 di martedì. A loro e a tutte le forze impegnate sul campo dalle 15.30 di lunedì, ora di inizio delle fiamme, è arrivato oggi il ringraziamento ufficiale del Comune di Brescia per mezzo dell’assessore con delega alla Protezione Civile Valter Muchetti: «A tutti gli uomini e le donne che nelle scorse ore sono stati impegnati nelle operazioni di spegnimento dell'incendio sul monte Maddalena va il mio più vivo ringraziamento - si legge nella nota diffusa dalla Loggia -. Ancora una volta la professionalità e l'esperienza di questi professionisti e dei volontari ha permesso di ridurre i danni al minimo e di evitare che le fiamme arrivassero a lambire le case. La loro dedizione è garanzia per tutti noi che operazioni così complesse e delicate vengano portate a termine nel miglior modo possibile, e così è stato anche questa volta. A tutti loro rinnovo la mia gratitudine».
I protagonisti
Sono molti i professionisti che hanno trascorso ore sui fianchi impervi della Maddalena andati a fuoco: Vigili del Fuoco, Protezione Civile della Provincia e del Comune di Brescia, Carabinieri forestali, Polizia Locale e volontari dell'associazione Gruppo Val Carobbio, dei gruppi comunali di Protezione Civile di Mazzano e Botticino, dell'associazione di Protezione Civile Monte Regogna di Rezzato. Un gruppo numeroso che ha continuato a lavorare senza tregua, anche di notte, per circoscrivere il perimetro dell’incendio e poi, dopo il sostanziale contributo di tre elicotteri, procedere alla bonifica del terreno una volta scongiurata la possibilità che le braci sotto la cenere potessero rinfocolarsi.
La polemica Rolfi-Del Bono
In questi due giorni però non sono mancate le polemiche sulla gestione generale della Maddalena. È di ieri il botta e risposta andato in scena su Facebook tra l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi e il sindaco Del Bono, che si sono reciprocamente accusati di trascurare la montagna bresciana. Per Rolfi, la Maddalena «è in stato di abbandono», e manca la prevenzione adeguata a evitare episodi come quello appena verificatosi. Del Bono ha replicato che la gran parte dei terreni in Maddalena sono di proprietà privata, come la zona andata in fiamme, e che spetta all’assessorato di Rolfi fornire le risorse adeguate per mantenerla curata.
L'intervento di Cominelli
Un tema su cui è tornata oggi anche l’assessora all’Ambiente Miriam Cominelli: «Il monte Maddalena è composto da una superficie di circa 2.200 ettari, di cui solo 60 sono di proprietà comunale - scrive in un comunicato -. Nessuna delle aree di proprietà comunale è stata interessata dall'incendio». Non solo, ma al contrario dei boschi comunali di Brescia, Collebeato e Rezzato che in questi anni sono stati sistemati, insiste Cominelli, i terreni privati si trovano in stato di abbandono e sono quindi più esposti a «potenziali criticità legate a incendi e dissesti idrogeologici». Per questo, scrive ancora l’assessora, «il Comune di Brescia ha chiesto e ottenuto un finanziamento per un piano di gestione forestale sostenibile dell'intera Maddalena, puntando a coinvolgere proprio i proprietari privati e che prenderà avvio nei prossimi mesi».
Cominelli ricorda infine che «le funzioni amministrative in materia forestale non sono competenza dei Comuni ma degli Enti Parco, delle Comunità Montane e, per il territorio di Brescia, direttamente della Regione Lombardia, in particolare le funzioni di prevenzione e lotta agli incendi boschivi. Spiace quindi leggere le parole dell'assessore regionale ai sistemi verdi e montani che critica il Comune di Brescia nonostante sia l'ente che, con perizia, ha sempre fatto la sua parte in tema di prevenzione per le aree che gli competono. Piuttosto, viene da chiedersi come possano pensare al Pirellone di stanziare solo 1,5 milioni di euro per prevenzione e ripristino delle aree boschive su tutta la Regione, una cifra pressoché simbolica. Invitiamo quindi l'assessore a fare meno polemiche strumentali e a lavorare con più efficacia e concretezza».
L'incognita ancora senza risposta
Secondo una prima stima, l'incendio ha divorato una porzione di circa 7 ettari di bosco. Resta da capire cosa abbia provocato l’incendio: se nelle scorse ore non si era esclusa un’origine dolosa, al momento non ci sono elementi per seguire questa pista. Saranno le indagini a restituire un quadro più completo alla città, e forse una risposta più precisa.
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