Incendi, la brace inquina di più rispetto alla fiamma viva

La formazione degli inquinanti è inversamente proporzionale all'intensità del rogo
Sottobosco in fiamme - © www.giornaledibrescia.it
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Dal punto di vista delle emissioni cosa comportano tutti questi roghi? A spiegarlo sono le informazioni dell’Azienda regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa).

Da un incendio boschivo deriva l’emissione in atmosfera di moltissimi composti inquinanti. Che, in gran parte, originano dai processi di combustione incompleta della cellulosa e della lignina, nonché delle resine e degli olii contenuti nei vegetali. Durante un incendio boschivo vengono infatti immesse nell’atmosfera CO2, CO, NOx, CH4, SO2, NH3, idrocarburi incombusti, fuliggine e polveri sottili.

Anche se il biossido di carbonio è di origine fotosintetica e non fossile - e quindi non comporta un aumento aggiuntivo di CO2 per l’atmosfera terrestre - il metano e la fuliggine emessi contribuiscono ai cambiamenti climatici. Le emissioni degli incendi, sia in fase gassosa che particellare, vengono trasportate in atmosfera per migliaia di chilometri, determinando ricadute sulla qualità dell’aria (e sul clima) tanto su scala regionale quanto su scala globale.

Quale tipo di incendio inquina di più e quale inquina meno? La formazione di inquinanti, e la loro immissione in atmosfera, risulta inversamente proporzionale all’intensità del rogo. Tradotto significa che una combustione con poca fiamma e con prevalenza di brace emette molti più inquinanti rispetto a quella con fiamma viva: si tratta in sostanza degli incendi veloci nei quali, dopo il transito della fiamma, permane a lungo una combustione lenta. Negli incendi lenti, nei quali la combustione è più completa, la produzione di inquinanti risulta molto più bassa.

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