In via Turati spunta un'altra pista ciclabile: «Azione di disobbedienza civile»
A poco più di un anno di distanza dalla prima, ecco rispuntare di nuovo il tratteggio di una pista ciclabile in via Turati. L'hanno disegnata alcuni cittadini nella notte tra giovedì e venerdì ed è stata fotografata da diverse persone nella mattinata di oggi, prima di essere cancellata intorno alle 11. «Non chiamatela ciclabile clandestina: è un’azione di disobbedienza civile compiuta a beneficio di tutte le persone per mandare un messaggio chiaro alla città e a chi la amministra»: così recita la rivendicazione del gruppo Brescia Capitale 2023, diffusa in una nota alla stampa alle 13 di oggi.
La prima pista ciclabile «fasulla» in via Turati era stata disegnata tra il 13 e il 14 ottobre 2022, accompagnata da cartelli con la scritta «Il ring non è un'autostrada», a ribadire l'inagibilità delle strade come via Turati per chi non va in auto. Ne era nato un dibattito sulla tutela dei diritti dei ciclisti. Al tempo l'assessore alla Mobilità Federico Manzoni si era detto concorde rispetto a un possibile intervento che però secondo il vicesindaco avrebbe dovuto prevedere un progetto ad hoc, ipotizzando un percorso da piazzale Arnaldo a via Turati tramite via Brigida Avogadro e viceversa.
Nella nota viene quidi fatto appello all'esito del voto alle scorse elezioni amministraive e alle promesse fatte allora: «Il 14 e 15 maggio la città ha espresso il suo parere: è tempo di scelte coraggiose, è il momento di mettere in atto l’obiettivo di ciclabilità diffusa intorno a cui si sviluppa tutto il Biciplan, è ora di tradurre in fatti le promesse elettorali (città dei 15 minuti, città a zero emissioni, Brescia European Green Capital, città giusta e inclusiva, Brescia più gentile) della sindaca Laura Castelletti, del suo vice e assessore alla mobilità Federico Manzoni e della sua maggioranza. Crediamo che la bicicletta sia parte essenziale del cambiamento a beneficio non solo di chi la usa, ma di tutta la comunità. Lo spazio pubblico non è infinito, auspichiamo una città che metta al centro le persone. Chiediamo quindi che il ring smetta di essere l’autostrada urbana di Brescia ad uso esclusivo delle auto in un’ottica di rigenerazione dello spazio pubblico».
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