In Ucraina si combatte una guerra con armi e social media

Il reporter Francesco Semprini al liceo Foppa di Brescia: «È un conflitto cui la Russia si preparava da più da dieci anni»
UCRAINA, GUERRA DI INFORMAZIONE
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«È una guerra cui la Russia si preparava da più di dieci anni. Ma noi ce ne siamo accorti solo tre mesi fa». A dirlo è Francesco Semprini, reporter di guerra de La Stampa, che questa mattina nel teatro del liceo artistico Foppa a Brescia ha parlato del conflitto in Ucraina alle classi del Foppa e dell'istituto Piamarta insieme alla vice direttrice del Giornale di Brescia Anna Masera e al responsabile del settore Interni ed Esteri Carlo Muzzi (stasera la replica dell’incontro «La guerra contemporanea e la sua comunicazione. Dialogo sul conflitto Russia-Ucraina» alle 18.30, sempre in via Cremona 99, aperta alla cittadinanza. Qui per prenotarsi).

«Questa è una guerra - spiega Semprini - diversa da quella che abbiamo conosciuto. Si combatte sul campo, con armi tradizionali, e si combatte sui social media, con la cosiddetta infowar, la guerra dell'informazione». 

C'è quindi un aspetto inedito in questo conflitto che spaventa l'Europa, per la prima volta alle prese con bombardamenti, eserciti e missili in casa propria dalla Seconda guerra mondiale, ed è proprio il lato informativo. Sono le immagini, i video, le chat divulgate sui social network, usate dai cittadini ucraini trasformati in citizen journalists di massa per raccontare cosa succede nel loro Paese in tempo reale al resto del mondo, ma anche dai giornalisti sul campo, dai politici, dal presidente ucraino Zelensky diventato l'eroe inatteso della resistenza, e anche da chi però le usa per fare disinformazione diffondendo notizie false.

  • Da sinistra Anna Masera, Francesco Semprini e Carlo Muzzi nel teatro del liceo Foppa
    Da sinistra Anna Masera, Francesco Semprini e Carlo Muzzi nel teatro del liceo Foppa
  • Da sinistra Anna Masera, Francesco Semprini e Carlo Muzzi nel teatro del liceo Foppa
    Da sinistra Anna Masera, Francesco Semprini e Carlo Muzzi nel teatro del liceo Foppa
  • Da sinistra Anna Masera, Francesco Semprini e Carlo Muzzi nel teatro del liceo Foppa
    Da sinistra Anna Masera, Francesco Semprini e Carlo Muzzi nel teatro del liceo Foppa

Ecco perché è fondamentale, sottolinea Anna Masera, approcciarsi al racconto della guerra in Ucraina con spirito critico: «Viviamo una fase di infodemia, cioè di eccesso di informazione mista a disinformazione, che va quindi filtrata e vagliata con attenzione. Con la guerra i giornali stanno riacquistando un ruolo importante ma occorre risalire alle fonti, verificare l'autorevolezza di chi diffonde notizie, non fermarsi ai titoli e divulgare solo notizie quando verificate e solide».

Specie in un caso come questo di una guerra con una storia complessa che risale a otto anni fa, quando nel 2014 la Russia occupò militarmente la Crimea e per la prima volta il Donbass, la zona est dell'Ucraina, dove vennero autoproclamate due repubbliche autonome non riconosciute da nessuno. «La situazione è rimasta congelata da allora, finché Putin non ha ricominciato ad avanzare pretese sull'Ucraina muovendo le sue forze militari in un modo che ricorda molto quanto accaduto in Georgia nel 2008» osserva Carlo Muzzi, che agli studenti ha raccontato lo scenario e le radici geopolitiche dell’invasione russa del 24 febbraio.

Cosa succederà quindi?, è la domanda che si fanno i ragazzi in teatro, come tutti. «Difficile dirlo - tira le fila Semprini -. In vent'anni la Russia è tornata un attore importante nelle guerre del mondo, dalla Siria alla Libia fino al Sahel. Putin non si fermerà davanti alle sanzioni. Quello che temono tutti è un lento logoramento, con una guerra che prosegue sotto le braci mentre l'attenzione mediatica scema».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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