In sei mesi a Brescia 152 scomparsi: 23 mai ritrovati

Nel primo semestre del 2022, nella provincia di Brescia, è stata denunciata la scomparsa di 152 persone. Di queste 129 sono state ritrovate mentre per 23 sono ancora attive le ricerche. Una dato che si inserisce in un quadro nazionale di 9.599 denunce di scomparsa, di 5.024 ritrovamenti, e di 4.575 denunce ancora attive. Sono gli ultimi dati disponibili ed elaborati dal Ministero dell’Interno che ha per le persone scomparse un commissario straordinario e che, sulla base di questi dati aggiornati ogni sei mesi, elabora strategie e linee operative.
Oggi si celebra la quarta giornata nazionale dedicata alle persone scomparse, ideata nel 2019 dall’allora commissario in collaborazione con le associazioni che raccolgono e sostengono i familiari e si propone di accendere le luci, in modo non solo simbolico, su questo fenomeno.I minori
Per ogni denuncia vengono attivati specifici protocolli, sia per le ricerche che per l’analisi statistica del fenomeno. Numeri e valutazioni che confluiscono nei report del commissario: dal 1974, data di apertura del monitoraggio, si registrano a livello nazionale nella banca dati 287.881 denunce di scomparsa, delle quali 215.439 riguardano persone ritrovate, mentre sono 72.442 le denunce che risultano ancora attive.
L’allerta, anche nel primo semestre del 2022, riguarda i minori: quasi i due terzi delle denunce di scomparsa, per un totale di 6.312, pari al 65,76% del totale infatti riguarda ragazzi e ragazze che hanno meno di 18 anni. Segue la fascia dei maggiorenni fino a 64 anni con 2.884 denunce, pari al 29,63% e quella dai 65 anni di età con 443 denunce, pari al 4,62%. Nello specifico poi i minori stranieri scomparsi sono stati 4410, più del doppio di quelli di nazionalità italiana, 1902. Opposte anche le percentuali di quanti vengono ritrovati: gli italiani ritrovati sono il 75% mentre gli stranieri solo il 30%. Nei primi sei mesi del 2022, in Italia, risultano scomparsi e mai più ritrovati 3.087 minori.
Le valutazioni
Questo dato deve essere però letto in considerazione «delle dinamiche connesse al fenomeno migratorio che vede l’Italia quale luogo di approdo per possibili destinazioni anche in Paesi europei del territorio Schengen», come scrive lo stesso commissario e che quindi spiega questo alto numero come allontanamenti di ragazzi, arrivati in Italia da soli, che si allontanano dalle strutture di accoglienza per raggiungere parenti in altri Stati.
In merito poi alle motivazioni, il report evidenzia che oltre l’82% dei casi riguarda situazioni che per le forze di polizia sono allontanamenti volontari mentre solo lo 0,2% per persone che si ritiene siano vittime di reato. Il 5% è legato a disturbi psichici e un altro 3% alle fughe da comunità e istituti.
Le prospettive
Per il commissario il periodo esaminato «nonostante abbia fatto registrare, rispetto ai dati del semestre precedente, una lieve ma significativa riduzione delle denunce di scomparsa e un incremento della percentuale dei ritrovamenti, conferma che la scomparsa continua a destare preoccupazione per le sue ampie dimensioni e, soprattutto, perché coinvolge prevalentemente soggetti fragili: dai minori, che assorbono quasi i due terzi di tutte le denunce presentate, alle persone, in prevalenza anziane, con deficit cognitivi».
Per questo, anche a Brescia, si punta sull’utilizzo delle più moderne tecnologie e della banca dati del Dna, di tutti i canali di comunicazione con particolare attenzione al web e ai social oltre all’impiego di tutte le competenze delle forze di polizia e delle compagini del soccorso e della protezione civile ma, secondo il commissario, «è imprescinbile un approccio multidisciplinare e interistituzionale».
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