In Russia per avere lo Sputnik 5? 300 bresciani ci pensano

Un viaggio di tre settimane in Russia per farsi somministrare il vaccino anti-Covid Sputnik 5 e tornare in Italia con l’immunità. È la nuova frontiera del turismo medicale che un piccolo tour operator di Bologna, l’Eurasian Travel, ha pensato di cavalcare come proposta sul mercato raccogliendo, per lo più attraverso il passaparola, l’interesse di molti bresciani, bergamaschi e milanesi, disposti a sborsare oltre duemila euro per un viaggio della «speranza», almeno psicologica.

Le domande. «Almeno il 60% delle richieste ci arriva dalle vostre zone, (tradotto in numeri significa circa 300 bresciani interessati, ndr)» spiega al Giornale di Brescia Pietro Di Febo, direttore tecnico e amministratore delegato del piccolo tour operator emiliano da anni specializzato in viaggi individuali in Russia e nelle repubbliche ex sovietiche. Ma contrariamente a quello che si può pensare le maggiori richieste non arrivano da imprenditori o persone particolarmente facoltose dal momento che la richiesta minima parte da duemila euro. «La categoria di persone che più ci ha chiesto questa opportunità sono giovani pensionati o insegnanti, disposti anche a partire subito se esiste la benchè minima possibilità di farsi il vaccino russo. Il motivo di tanto interesse? Credo la scarsa fiducia nel sistema sanitario e la politica di campagna vaccinale fallimentare dell’Europa» sottolinea il Ceo di Euroasian.

L’offerta. Ma come è nata e in cosa consiste la vostra proposta? «Con il turismo praticamente fermo, abbiamo da qualche tempo iniziato ad esplorare la frontiera del turismo medicale - continua Di Febo - e sinceramente ci si è aperto un mondo. Con i nostri partner russi abbiamo iniziato ad esplorare la possibilità di concepire alcuni pacchetti viaggio che potessero conciliare l’esigenza sanitaria, ovvero le tre settimane che comprendono il check up iniziale presso cliniche private, un test sierologico per escludere la positività in essere dei soggetti candidati, e poi l’intervallo richiesto fra l’inoculazione della prima e seconda dose. In questo intervallo, in assenza di effetti indesiderati, proponiamo un tour attraverso le bellezze della Russia, anche in territori non consueta meta di turismo, con varie declinazioni e proposte a seconda degli interessi e delle tasche. Allo scopo abbiamo studiato sei pacchetti differenti, da quello base a quello più originale con costi ovviamente differenti».

Ostacoli e divieti. Ma questa proposta che ha allettato anche tanti bresciani, va detto, al momento è solamente teorica, perchè esistono diversi ostacoli da superare. «Innanzitutto, ci tengo a precisare - dice Di Febo - che ci muoviamo nel massimo rispetto delle leggi italiane e russe. E al momento la legge russa consente la somministrazione del vaccino Sputnik 5 solo agli stranieri residenti in Russia, non ai turisti, ma confidiamo che questo blocco possa essere a breve revocato. Attualmente esistono delle restrizioni da ambo le parti per chi viaggia all’estero. In Russia non c’è l’obbligo di quarantena ma è necessario un tampone negativo in ingresso e al momento è difficile ottenere il visto d’ingresso. Operativamente poi i voli ora sono pochi e poco frequenti, più o meno uno alla settimana, da Verona o Milano e Roma con Siberian airline, poi da maggio si aggiungerà Bologna e altre città come Pisa e Catania».

Un potenziale business che al momento è bloccato da veti incrociati fra i due Paesi. «Ma appena si sblocca la situazione noi siamo pronti con le nostre proposte sempre cari al nostro motto Wild and Safe, ovvero selvaggi o se volete viaggi individuali o in coppia, ma sempre improntati alla massima sicurezza del cliente».