«In Russia non avrei avuto spazio, a Brescia ho trovato l'atelier dei sogni»

Parla Victoria Lomasko a proposito di «The last soviet artist», la mostra allestita in Santa Giulia aperta da oggi fino all'8 gennaio
LOMASKO, LAST SOVIET ARTIST
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«Sono grata a Brescia, perché qui mi sono sentita libera di essere un'artista». The last soviet artist, l'ultima artista (dell'era) sovietica, come si intitola la mostra di Victoria Lomasko, presentata questa mattina alla stampa e aperta da oggi (inaugurazione alle 19) fino all'8 gennaio in Santa Giulia. Ultima artista sovietica, ma dissidente di punta, attraverso la propria arte, nella Russia di Putin.

Dal 2005 ha raccontato la vita degli ultimi - i carcerati, i diversi, le minoranze - marginalizzati dalla retorica di regime. Dal 2011 ha seguito le manifestazioni per i diritti, documentandole con il suo stile calligrafico. Dal marzo 2022, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, ha lasciato il paese con un visto di lavoro («un passaporto russo di questi tempi rende tutto complicato») e si è stabilita in Germania grazie ad una residenza d'artista.

Una delle opere di Victoria Lomasko esposta in Santa Giulia - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Una delle opere di Victoria Lomasko esposta in Santa Giulia - Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

A Brescia presenta la produzione degli ultimi anni, e cinque pannelli realizzati durante la permanenza nella nostra città (e che lascerà in dono a Brescia Musei) nei quali racconta l'ultima esperienza in cinque step: Isolamento, Fuga, Esilio, Vergogna e Umanità. Dai muri in rovina di un impero in decomposizione, alla rinascita simbolica della vita che batte guerra e violenza. «In Russia non avrei avuto spazio, qui a Brescia ho trovato l'atelier dei miei sogni. La città l'ho vista poco, ho lavorato ininterrottamente giorno e notte. Nel tragitto dalla mia abitazione al museo (dove ha allestito un vero e proprio studio, ndr) la vista delle strade mi ha dato gioia. L'Italia è come un grande panino spalmato di bellezza, così grande che non si riesce neanche a morderlo» ha commentato.

La mostra, promossa da Comune e Brescia Musei, è la terza tappa della serie su «Arte e diritti» dopo le esposizioni della curda Zehra Dogan e del cinese Badiucao, e si inserisce nel Festival della Pace che fino al 26 novembre offrirà incontri, dibattiti, esposizioni (e fino a quella data la mostra di Lomasko sarà visitabile gratuitamente).

«L'arte contemporanea è uno strumento formidabile per affermare la tutela dei diritti» ha sottolineato la presidente di Brescia Musei, Francesca Bazoli. «In un momento in cui tornano le parole del nazionalismo aggressivo, in cui si riaccende una nuova inquietante guerra fredda - ha commentato il sindaco Emilio Del Bono - gli artisti superano i confini e parlano un linguaggio universale. Noi qui a Brescia vogliamo con un atto di coraggio forzare la burocrazia dei confini, e attraverso l'arte parlare di universalità e libertà».

  • Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
    Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
  • Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
    Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
  • Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
    Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
  • Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia
    Victoria Lomasko alla presentazione della sua mostra allestita in Santa Giulia

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